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Aggiornamenti sull'influenza

Influenza a Roma e nel Lazio, l’esperto: “Calano vaccinazioni, effetto negativo Covid”

Fanpage.it ha intervistato Roberto Ieraci, infettivologo, vaccinologo, Strategie vaccinali Regione Lazio, per fare il punto sulle vaccinazioni antinfluenzali.
A cura di Alessia Rabbai
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Pronto soccorso e studi dei medici di base di Roma e Lazio sono sotto stress con migliaia di accessi per l'alto numero di pazienti che hanno contratto l'influenza stagionale. Fanpage.it ha intervistato Roberto Ieraci, infettivologo, vaccinologo, Strategie vaccinali Regione Lazio, per fare il punto sulle vaccinazioni antinfluenzali. Sappiamo che il numero di vaccini distribuiti nella regione è di un milione e 300 mila e ne sono già stati somministrati circa un milione.

Dottore, come sta andando la campagna vaccinale antinfluenzale a Roma e nel Lazio?

Abbastanza bene, spero che quest'anno ci sia una buona copertura vaccinale. Dobbiamo lavorare tutti insieme per sensibilizzare le persone e informarle sui vantaggi della vaccinazione. Come Regione Lazio abbiamo agito molto bene sulla distribuzione dei vaccini, primi a riceverli gli studi dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta i quali, data la vicinanza con il paziente rimangono gli attori principali della campagna. Obiettivo è rendere la vaccinazione il più facile e agevole possibile. Anche le farmacie e i servizi vaccinali delle Asl territoriali sono parte attiva nella campagna. I prossimi quindici giorni saranno decisivi nel vedere se riusciremo ad avvicinarci alla copertura minima vaccinale, che è del 75 per cento. Al momento considerando gli over 65 siamo al 68.9 per cento, ma sono dati non stratificati. Bisogna attendere i risultati finali.

Quali sono le criticità riscontrate e perché?

La forte diffusione dell'influenza è strettamente collegata all'interruzione delle misure di distanziamento fisico introdotte in pandemia. Nei due anni passati l'utilizzo delle mascherine ha ridotto moltissimo la circolazione dei virus influenzali. Quest'anno pare che il coronavirus sia finito invece non è così. Quella che stiamo vivendo è la prima stagione invernale in cui abbiamo abbandonato le mascherine e questo ha creato una circolazione intensa di virus influenzali ma non solo, nei bambini e negli anziani anche di virus respiratori sinciziali. Si può dire che è in atto una vera e propia ‘tempesta perfetta' della circolazione di questi virus a trasmissione respiratoria.

Quanto è importante la vaccinazione influenzale e chi deve farla?

Vaccinarsi contro l'influenza è importantissimo. L'appello è rivolto soprattutto, lo sappiamo, alle categorie a rischio, agli anziani, ai soggetti vulnerabili, per proteggerli dalle complicanze. Le vaccinazioni ci permettono infatti da una parte di garantire il benessere dei pazienti e dall'altra di ridurre il carico sul servizo sanitario nazionale.

Secondo lei le persone quest'anno si sono vaccinate meno contro l'influenza per effetto della vaccinazione Covid?

Da esperto dico che la sensazione è questa, dopo due anni di pandemia c'è una cosiddetta ‘stanchezza da vaccino', le persone sono un po' restie da un certo punto di vista a fare ancora vaccini. È un'annata un po' difficile per la circolazione del virus Sars-Cov2, con tutte le problematiche legate al fatto che le persone non si stanno sottoponendo al richiamo, soprattutto i pazienti a rischio. E questo è un problema che riguarda tutto l'Occidente, dagli Stati Uniti all'Europa. Invece i booster nel Covid hanno un valore inequivocabile per proteggere dagli esiti gravi della malattia. I nuovi booster infatti ampliano la protezione ad ampio spettro.

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