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Infermiere picchiato al pronto soccorso: “Finito tempo degli eroi, ormai aggressioni ogni giorno”

Tre le aggressioni avvenute nell’ultima settimana all’ospedale di Tor Vergata. L’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato ha espresso la sua solidarietà verso gli operatori sanitari, da sempre in prima linea.
A cura di Natascia Grbic
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Aggrediti verbalmente e fisicamente quasi ogni giorno mentre lavorano, da quelle stesse persone che poi si prodigano per curare. È quanto sta accadendo nei pronto soccorso degli ospedali romani, dove giornalmente si verificano aggressioni ai danni del personale sanitario. Solo a Tor Vergata, nell'ultima settimana, ne sono avvenute tre: due in medicina d'urgenza e una al pronto soccorso. "Esprimo solidarietà e vicinanza al personale sanitario del Policlinico di Tor Vergata vittima negli ultimi giorni di episodi di violenza – ha dichiarato l'assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato – I nostri operatori stanno combattendo in prima linea il virus con passione e abnegazione".

L'ultima aggressione si è verificata ieri al Policlinico di Tor Vergata. Un operatore sanitario è stato picchiato da un uomo al pronto soccorso riportando traumi al gomito e al ginocchio e ricevendo diversi giorni di prognosi. "Il paziente aveva accusato un malore in strada e verosimilmente aveva bevuto – spiega l'infermiere a Fanpage.it – Voleva andare via perché si era stancato di aspettare. Quando il medico gli ha spiegato che avrebbe dovuto firmare la cartella per le dimissioni ha dato in escandescenze e inveito contro di noi. Sono intervenute le guardie giurate per calmarlo, io mi sono avvicinato per aiutare e lui mi ha dato un cazzotto su uno sterno. Sono caduto e mi sono fatto male".

Le aggressioni ormai, sono all'ordine del giorno. "La storia degli eroi ormai è bella che finita. Sono anni che denunciamo aggressioni e carenze di personale, questi episodi sono figli di ciò che si è manifestato dopo il covid. I pronto soccorso oggi hanno due accessi separati, con spazi e personale ridotti. Le persone sono esasperate, prima potevano avere il sostegno dei parenti all'interno, mentre ora per questioni di sicurezza i non pazienti devono attendere fuori. Anche prima questi episodi c'erano, ma oggi purtroppo sono la normalità. Il covid ha creato un distacco, con un astio tra le categorie, che però non dovrebbe avere nessun motivo di esistere".

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