Infermiera a processo: si fa intestare casa da 2 milioni di euro e nominare erede universale

È finita a processo e dovrà rispondere dell'accusa di circonvenzione d'incapace l'infermiera Antea Placida Retta. La cinquantasettenne è ritenuta responsabile di aver raggirato per sei anni l'imprenditore sanitario Mario Di Carlo, facendosi intestare un costoso appartamento in Largo del Nazareno, dal valore di 2 milioni e 600 mila euro nel centro storico di Roma, una polizza vita da tre milioni di euro e una paghetta di 125 euro a settimana. Non solo, oltre ai regali che si faceva fare tra borse di lusso e altri oggetti firmati, versava soldi anche sul conto dei famigliari. Imputato sempre per circonvenzione d'incapace anche l‘autista di Di Carlo, Gino Cerrone. Quest'ultimo pentendosi avrebbe raccontato tutto ai nipoti dell'imprenditore, che hanno sporto denuncia. Si sarebbe fatto intestare numerosi assegni, per un valore complessivo di 74mila euro.
L'infermiera si è fatta nominare erede universale
Come riporta Il Messaggero, i fatti risalgono all'arco temporale compreso tra il 2009 e il 2015. I due si sono conosciuti in ospedale, allora la moglie di Di Carlo stava male ed era ricoverata nella struttura, mentre l'uomo è deceduto a sua volta alcuni anni dopo, nel 2017. In quegli anni l'imprenditore mostrava i primi segni di demenza senile, l'infermiera secondo l'accusa approfittando della sua fragilità è riuscita ad ottenere la sua fiducia e lo ha raggirato, facendosi presentare alle persone come una lontana nipote. In questo modo poteva stargli accanto senza destare sospetti. L'infermiera è riuscita a farsi assumere nella rsa a gestione famigliare Villa Delia e a farsi nominare erede universale a danno di tre nipoti di Di Carlo. I rapporti tra l'imprenditore e i suoi famigliari erano compromessi, per questo non si erano accorti di quello che stava accadendo durante la loro assenza.