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Notizie sull'incendio a Malagrotta a Roma

Malagrotta, la protesta della Valle Galeria: “Decenni di veleni: ora portiamo il comune in tribunale”

I residenti nella zona di Ponte Galeria protestano per l’incendio di Malagrotta: “Non possiamo uscire, ma le sostanze tossiche arrivano ugualmente.” Nel frattempo Arpa ha pubblicato i primi allarmanti dati sulla qualità dell’aria.
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A cura di Beatrice Tominic
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Notizie sull'incendio a Malagrotta a Roma

Una bara di legno e un disegno per far sentire la propria voce. "Noi vogliamo vivere una vita sana come tutti gli altri, non respirare questa puzza brutta", si legge sopra ad un disegno che raffigura una casa, una colonna di fumo scorso e due bambini in lacrime. "Loro vorrebbero uscire, ma non possono: devono restare in casa a causa dei fumi", spiega l'autore del disegno, Riccardo, un bambino di dieci anni.

Nel pomeriggio di sabato 18 giugno è stato organizzato un sit-in da parte degli abitanti delle zone vicino a Malagrotta, con il Comitato Ponte Galeria Libera: è da mercoledì, quando è scoppiato l'incendio, che la popolazione che abita poco distante dal rogo è costretta a restare segregata dentro casa per evitare di inalare sostanze nocive.

"Noi siamo circa ad un chilometro di distanza – spiega una cittadina – Tenere le finestre chiuse non risolve la situazione: è nauseante, si sente dalle scale e dagli spifferi delle finestre", sottolinea raccontando la sua esperienza. "Finestre chiuse d'estate e addirittura il divieto di utilizzare i condizionatori – dice un'altra – Però poi le comunicazioni ufficiali sono sempre rassicurati, va tutto bene: ma non va bene per niente." Poi continua a spiegare: "La nube colpisce in base a dove gira il vento: ma che sia io o meno, qualcuno comunque viene colpito. Poi dipende anche dall'altezza di dove abiti: quelli al piano terra, a questo punto della valle, si sono trovati completamente immersi nella nebbia tossica."

L'avvocato dell'associazione Raggio Verde: "Chiederemo danni morali"

Nel frattempo i cittadini e le cittadine residenti nelle zone più vicine a dove si è sviluppato l'incendio di Malagrotta stanno organizzando un'azione collettiva. "Questa class action è nata da poco e sarà probabilmente la prima azione di questo tipo in Italia – ha dichiarato per Fanpage.it ai microfoni di Simona Berterame Alessandro Di Matteo dell'associazione Raggio Verde – Malagrotta purtroppo ha tanti primati e spesso si è dovuta difendere rispetto a dei provvedimenti lesivi per l'ambiente. Il fatto che sia scoppiato un incendio in un impianto di trattamento dei rifiuti è un fatto grave e prova di per sé la responsabilità del gestore."

Poi il legale ha continuato: "Siccome a seguito di questo incendio le persone sono state costrette a rimanere tre giorni dentro casa, di fatto hanno dovuto cambiare le loro abitudini perché essere costretti a restare dentro casa significa praticamente ritrovarsi agli arresti domiciliari, queste persone chiederanno al gestore in campo civile."

I dati rilevati da Arpa: diossina oltre i limiti a Fiumicino

E mentre cittadini e cittadine organizzano manifestazioni e dimostrazioni di protesta, continuano ad arrivare i risultati delle analisi effettuate da Arpa, l'agenzia regionale per la protezione ambientale. Secondo i dati rilevati, in base ai campionamenti effettuati nella giornata di venerdì 17 giugno, la qualità dell'aria avrebbe subito un drastico cambiamento. le diossine rivelate nell'aria sono aumentate, tanto da superare i limiti suggeriti dall'Oms. Secondo i dati di ieri, nei pressi dell'incendio sono state rivelati 0,2 pg/m³ di diossine (TEQ), mentre nel comune di Fiumicino il valore delle diossine è pari allo 0,9. Questa dato si trova ben oltre il limite suggerito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che, invece, è dello 0,3.

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