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In ospedale mancano le ostetriche ma chi vince il concorso viene lasciato a casa

Il paradosso del concorso delle ostetriche della Asl Roma 2. La graduatoria scade ma solo metà delle vincitrici è stata chiamata, in uno scenario laziale dove questa figura professionale manca sempre di più.
A cura di Simona Berterame
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Nel 2018 la Asl Roma 2 ha indetto un concorso che si è svolto l'anno seguente. "La graduatoria è uscita nel 2020 – ci spiega la nostra fonte – ma di circa 600 ostetriche risultate idonee, sono state effettivamente chiamate circa la metà". La scadenza del concorso è arrivata quasi un anno fa, a marzo 2022, perciò circa 300 vincitrici sono uscite dalla graduatoria per decorrenza di termini. Un paradosso se consideriamo la mancanza di personale ormai cronica in diversi ospedali nel Lazio, denunciata da tempo sia dai dipendenti che dalle sigle sindacali.  Un tema tornato oggi centrale dopo l'uscita sui giornali della notizia del neonato morto all'ospedale Pertini di Roma.

Il dossier di Nursing Up

Il concorso viene citato anche in un dossier pubblicato l'anno scorso dal sindacato Nursing Up. "Esiste una graduatoria di ostetriche, pubblicata dalla ASL Roma 2, “esito” del concorso pubblicato il 17 maggio 2018, sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio n. 40. La graduatoria ha certificato l’idoneità alla professione di 568 ostetriche. "Le ostetriche, mi hanno parlato di un sospirato concorso, dopo almeno vent’anni dal precedente – scrive Laura Rita Santoro del Coordinamento Regionale Nursing Up Lazio – Un concorso che avrebbe dovuto essere ad uso regionale, come per gli infermieri, ed altri professionisti sanitari, ciò nonostante vengono assunte ostetriche con modalità che lasciano perplesse e non fidelizzanti. Molte colleghe, nell’attesa di un assunzione, anche lontano, hanno abbandonato il lavoro esternalizzato, per rivolgersi verso lavori più sicuri e sicuramente meglio remunerati, non senza danni per l’utenza".

La carenza di personale si riflette non solo nelle strutture sanitarie ma anche nei consultori. In ogni struttura, sempre secondo il dossier redatto da Nursing, ci vorrebbero almeno due ostetriche, due infermiere pediatriche e due infermiere per ogni consultorio. "Abbiamo realtà, nella Regione Lazio, dove un’ostetrica lavora su almeno due o tre consultori, quindi l’omogeneità dei servizi, cui si aspira, nelle direttive della Regione Lazio, diventa un obiettivo difficilmente raggiungibile".

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