Il Tar dà ragione alla Regione Lazio: rimane l’obbligo del vaccino antinfluenzale

Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso presentato dall'Associazione Articolo 32-97, dall'Associazione Italiana per i Diritti del Malato e del Cittadino, e da un cittadino di 72 anni, contro l'ordinanza regionale firmata dal governatore Nicola Zingaretti che rende obbligatorio il vaccino antinfluenzale per tutti i cittadini sopra i 65 anni di età e per tutto il personale sanitario. L'obiettivo è quello di ridurre i numeri della normale influenza invernale per non aggravare gli effetti dell'epidemia da coronavirus. Un'azione dunque preventiva per tutelare le fasce più a rischio, limitare complicazioni sanitarie ma anche limitare il numero di falsi positivi al Covid-19 presentando una sintomatologia simile.
Niente sospensiva dunque, richiamandosi alle linee guida dell'Oms a prevalere è in questo caso l'obiettivo della salute pubbliche, hanno spiegato i giudici del tribunale amministrativo. Rimane l'obiettivo ambizioso di una campagna di vaccinazione antinfluenzale senza precedenti, che già vede impegnata in uno sforzo notevole la macchina della sanità pubblica.
"In attesa della discussione del merito questo pronunciamento del Tar – ha dichiarato D'Amato – è molto importante poiché non interrompe la macchina organizzativa della vaccinazione antinfluenzale che quest’anno ha un obiettivo ambizioso di coprire una fascia di cittadini molto ampia e anche tutti gli operatori sanitari con un vaccino gratuito e sicuro. Vaccinarsi quest’anno ha una particolare importanza data la pandemia in corso e una efficace copertura antinfluenzale consente di verificare prima i sintomi del Covid ed evitare inutili assembramenti presso i pronto soccorso".