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Il produttore Valsecchi compra la casa di Pasolini a Rebibbia e la regala al Comune: sarà un museo

“Mi è sembrato giusto restituire alla cittadinanza questo forte valore simbolico, realizzare presidi culturali è importante per i giovani e per la città”, ha spiegato Valsecchi.
A cura di Natascia Grbic
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Il produttore cinematografico Pietro Valsecchi ha acquistato la casa di Pier Paolo Pasolini a Rebibbia e l'ha ceduta al Campidoglio. Il piccolo appartamento di quaranta metri quadrati in via Giovanni Tagliere 5 diventerà un museo in memoria dello scrittore. "Voglio ringraziare Valsecchi per questo bellissimo gesto d'amore nei confronti della città e di un grande intellettuale come Pasolini proprio in occasione dei cent'anni della sua nascita", ha dichiarato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. "Appena entreremo in possesso dell'immobile lavoreremo per farne un luogo della memoria di quel grande scrittore che è stato Pier Paolo Pasolini", le parole dell'assessore alla cultura di Roma Miguel Gotor. "Noi che siamo ‘operatori culturali' dobbiamo produrre cultura per fare memoria storica: mi è sembrato giusto restituire alla cittadinanza questo forte valore simbolico, realizzare presidi culturali è importante per i giovani e per la città", ha spiegato Valsecchi.

La casa di Pier Paolo Pasolini a Rebibbia, dove lo scrittore ha scritto il primo capitolo di ‘Ragazzi di vita', era finita all'asta lo scorso dicembre, ma questa era andata deserta. Se non fosse stato per le realtà territoriali, tra cui il centro popolare San Basilio, che hanno reso nota la vicenda, probabilmente qualcuno avrebbe comprato l'abitazione e di quella casa non se ne sarebbe più parlato. Anni fa sarebbe dovuta diventare una Casa internazionale della poesia, ma nulla è stato fatto. E così, l'appartamento in cui sono nati i personaggi di ‘Ragazzi di vita' e ‘Vita violenta', è stato dimenticato dalle istituzioni. Gli abitanti della zona avevano chiesto a gran voce che quella casa fosse trasformata in un museo, in modo da valorizzare quelle periferie spesso abbandonate a se stesse.

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