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Il coreografo Luca Tommassini aggredito e rapinato a Trastevere

“Mi hanno puntato una pistola alla gola, li ho supplicati di non uccidermi” sono le parole di Luca Tommassini all’Adnkronos a cui il coreografo di tanti artisti internazionali della musica pop ha raccontato di essere stato rapinato la sera di domenica 25 ottobre davanti alla sua abitazione di Trastevere a Roma.
A cura di Alessia Rabbai
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(La Presse)
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Momenti di paura per Luca Tommassini, coreografo di tanti artisti internazionali della musica pop, aggredito e rapinato nei pressi della sua abitazione nel quartiere Trastevere a Roma. Come riporta Adnkronos erano circa le ore 23 di ieri, domenica 25 ottobre e il coreografo stava rientrando a casa, in vista del coprifuoco che sarebbe scattato a partire dalle ore 24, come previsto dall'ordinanza regionale a firma del governatore Nicola Zingaretti. Tommassini si trovava nei pressi del suo palazzo, quando si è trovato davanti un gruppo di persone, di cui non è ancora chiaro il numero, prima sulla porta di casa e poi all'ingresso del condominio.

"Li ho supplicati di non uccidermi"

Alla vista di quelle persone che all'apparenza non promettevano buone intenzioni, il coreografo ha cercato di allontanarsi, scappando verso l'ingresso usando la rampa di scale. Ma gli aggressori lo hanno raggiunto e bloccato, per poi puntargli una pistola alla gola. Secondo quanto raccontato da Tommassini in una sguente denuncia alle forze dell'ordine, lo hanno immobilizzato, minacciandolo con l'arma. "Li ho supplicati di non uccidermi" ha detto, queste le sue parole riportate da Adnkronos.

Luca Tommassini derubato dello smartphone e delle chiavi di casa

Nel frattempo, mentre gli era stato reso impossibile muoversi, gli aggressori gli hanno rubato smartphone e le chiavi del suo appartamento. Fortunatamente nel mentre sono arrivate le pattuglie della Polizia di Stato. Ai poliziotti il coreografo ha raccontato l'accaduto, spiegando di essere stato in balìa di quegli uomini per circa un'ora. L'ipotesi è che il vero obiettivo dei rapinatori fosse la sua abitazione, per fare irruzione e andare in cerca di soldi, gioielli e oggetti preziosi. Dal suo racconto è emerso che i rapinatori portavano con loro "un borsone contenente arnesi di diverso tipo, come accette e picconi".

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