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Guerra in Ucraina: Spallanzani sospende la sperimentazione su Sputnik in collaborazione con Mosca

A seguito degli attacchi russi all’Ucraina, la Regione Lazio chiude la collaborazione fra l’istituto Spallanzani e il moscovita Gamaleya e interrompe gli esperimenti sul vaccino Sputnik.
A cura di Beatrice Tominic
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Nella serata di ieri la regione Lazio ha deciso di sospendere le sperimentazioni sul vaccino Sputnik V svolte in collaborazione con l'istituto Gamaleya, l'ente moscovita che ha realizzato e promosso il vaccino Sputnik. Dopo l'attacco a Kiev, infatti, la regione ha deciso di interrompere i rapporti con l'ente russo: i fondi utilizzati per gli esperimenti dall'ente Gamaleya, infatti, arrivano direttamente dal Ministero della Salute della Russia e sono finanziamenti del governo federale di Putin. Diversamente, invece, come ha spiegato lo stesso Spallanzani con una nota a fine gennaio, i fondi utilizzati per gli esperimenti del centro di epidemiologia derivano da "risorse proprie non riferibili a finanziamenti esterni". La notizia è stata confermata dall'assessore alla regione Lazio Alessio D'Amato, che ha dichiarato che la decisione è nata "perché la scienza deve essere al servizio della pace e non della guerra."

L'inizio della collaborazione

La collaborazione fra l'Istituto Spallanzani e l'Istituto Gamaleya di Mosca si era sviluppata lo scorso anno, a partire dal 13 aprile 2021: lo studio sarebbe stato effettuato su 600 volontari già vaccinati con una prima dose Astrazeneca. Per loro, la seconda dose da somministrare sarebbe stata di altri vaccini, in particolare, Moderna, Pfizer e Sputnik, per analizzare le diverse reazioni sui 600 soggetti. Per celebrare questa collaborazione, sono stati inviati a Roma, in visita, alcuni dei ricercatori che hanno sviluppato il vaccino Sputnik, che hanno portato con sé le dosi e il materiale biologico necessario ai fini delle sperimentazioni.

Il futuro degli esperimenti

I risultati raccolti fino alla fine di gennaio, sembravano essere davvero molto soddisfacenti: lo stesso Spallanzani, infatti, li aveva definiti "estremamente incoraggianti" per le "nuove strategia vaccinali" anche in rapporto alle nuove varianti di coronavirus che si stanno sviluppando: secondo il primo report, il 70% dei volontari vaccinati con Sputnik manterrebbero la copertura vaccinale sia contro Omicron, una delle ultime varianti scoperte, che per un tempo più esteso rispetto agli altri, dai 3 ai 6 mesi.

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