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Triplice omicidio a Prati (Roma)

Giandavide De Pau aggedì un barista: “Mi ha preso a pugni in faccia, non ci vedevo più”

Giandavide De Pau, il killer delle donne di Prati, tre anni fa ha aggredito un barista, minacciandolo di morte e sferrandogli pugni in faccia, fino a provocargli il distacco la cornea.
A cura di Alessia Rabbai
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"Mi ha preso a pugni in pieno volto e mi ha detto che con 20 euro avrebbe trovato qualcuno disposto a dare fuoco al locale". Sono le parole del barista quarantacinquenne, aggredito da Giandavide De Pau, il killer delle donne di Prati, che è stato autista di Michele Senese e persona vicina a Massimo Carminati. In un'intervista al Messaggero il barista ha raccontato quanto caduto una notte di maggio di tre anni fa, quando il cinquantunenne, arrestato e in carcere con l'accusa di triplice omicidio aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi, si è presentato davanti alla porta della sua attività commerciale. Il bilancio della sua visita è stato il distacco della cornea. Il barista lo ha denunciato.

"Mi ha detto con 20 euro trovo chi dà fuoco al locale"

Secondo quanto raccontato dal barista, che preferisce restare anonimo, quella sera insieme al collega avevano chiuso l'esercizio, quando una donna, che poi ha scoperto essere la figlia di Salvatore Nicitra, boss della Banda della Magliana, aveva chiesto aiuto rifugiandosi all'interno del bar, spiegando che un uomo le aveva dato fastidio. Poi se n'è andata. Dopo poco davanti alla porta del locale si è presentato De Pau, che ha chiesto una Coca-cola, dicendo che l'avrebbe pagata 20 euro. Quando il barista gli ha fatto notare che erano chiusi, lui ha risposto che con 20 euro avrebbe trovato senza fatica qualcuno che disposto a dar fuoco al bar. Poi l'aggressione: De Pau lo ha prima minacciato di morte, spiegandogli che avrebbe preso una pistola per ucciderlo e lo ha preso a pugni in pieno volto, fino a provocargli il distaccamento della cornea.

"Femminicidio di Prati tragedia annunciata"

Grazie alla prontezza del collega i due sono riusciti a chiuedere la porta del bar e ad impedire che entrasse. De Pau avrebbe continuato ad intimidirli, girando con la macchina intorno al negozio. Il barista ha preso la targa dell'auto e ha chiamato il 112. Sul posto è intervenuto il personale della Questura, che si è messo sulle sue tracce e lo ha raggiunto a casa. Nell'abitazione c'era una donna e a seguito di perquisizione hanno trovato del denaro, droga ed armi. Quando lo hanno rintracciato e fermato per l'aggressione, spiega il barista, ha detto le parole che ha pronunciato dopo il delitto di Prati, ossia che non ricordava nulla. "Quella delle donne uccise – conclude – era una tragedia annunciata".

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