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Garante della Privacy apre istruttoria su “dolorosissima vicenda” del feto sepolto con nome mamma

Il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di aprire un’istruttoria “in relazione alla dolorosissima vicenda del feto sepolto con il nome della mamma” a Roma. L’autorità farà luce su quanto accaduto e “sulla conformità dei comportamenti, adottati dai soggetti pubblici coinvolti, con la disciplina in materia di privacy”.
A cura di Enrico Tata
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Il garante della Privacy ha aperto un'istruttoria sulla vicenda, definita "dolorosissima", del feto sepolto a Roma con il nome della mamma e senza il consenso di quest'ultima. L'autorità farà luce su quanto accaduto, si legge in una nota, e "sulla conformità dei comportamenti, adottati dai soggetti pubblici coinvolti, con la disciplina in materia di privacy".

Presentate interrogazioni per fare luce sulla vicenda

Sul caso sono state presentate interrogazioni alla Regione Lazio e al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L'iniziativa è stata promossa dalla deputata di Liberi e Uguali, Rossella Muroni, e dalla consigliera della lista Civica Zingaretti, Marta Bonafoni. "L'allarme che arriva da una giovane donna di Roma rappresenta una grave violazione della privacy oltre che della libertà di scelta e dei diritti delle donne", spiegano in una nota.

Le due interrogazioni sono state firmate anche dai consiglieri Marta Leonori ed Alessandro Capriccioli e dalle deputate Silvia Benedetti, Doriana Sarli, Elisa Tripodi, Paola Deiana, Stefania Pezzopane, Vita Martinciglio, Chiara Gagnarli, Laura Boldrini, Susanna Cenni, Fitzgerald Nissoli, Vittoria Casa, Virginia Villani, Angela Schiro', Lucia Ciampi, Flora Frate, Valeria De Lorenzo, Gilda Sportiello, Azzurra Cancelleri, Enza Bruno Bossio, Stefania Ascari, Marta Grande, Fabiola Bologna ed Elisabetta Maria Barbuto. Anche le consigliere capitoline Valeria Baglio, Svetlana Celli, Ilaria Piccolo e Giulia Tempesta hanno chiesto un approfondimento sulla vicenda: "Per capire di più su quanto accaduto e per tutelare la privacy e il diritto delle donne a una scelta consapevole e personale, abbiamo presentato oggi una interrogazione urgente. Vogliamo approfondire quali siano state le motivazioni. Chiediamo di verificare l'attuazione delle norme esistenti, in tutti i livelli istituzionali e se non sia necessario modificare il regolamento dei servizi cimiteriali, per impedire il ripetersi di tali episodi".

La denuncia

Dopo l'interruzione di gravidanza una signora è venuta a conoscenza che il feto era stato sepolto, senza il suo consenso, nel cimitero Flaminio e sotto una croce con scritto il suo nome. Per questo ha scritto un lungo post-denuncia su Facebook raccontando la sua scoperta: "Mi sono sentita violata nella privacy, è come se con la sepoltura del feto che ho abortito e il mio nome scritto su quella croce avessero voluto dirmi ‘l'hai abbandonato e ci pensiamo noi".

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