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Frecce tricolori sorvolano il cielo di Roma per la festa dell’Unità nazionale e delle forze armate

Per celebrare la Giornata nazionale dell’Unità d’Italia e delle forze armate, il cielo di Roma si è tinto dei colori della bandiera italiana, con lo spettacolo delle frecce tricolori che stamattina hanno sorvolato l’Altare della Patria. Il presidente Sergio Mattarella ha deposto la corona di fiori.
A cura di Alessia Rabbai
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Frecce tricolori sorvolano di Roma per celebrare la festa nazionale delle forze armate. Mercoledì 4 novembre, in occasione della festa delle forze armate e Giornata dell'Unità nazionale, il cielo al di sopra dell'Altare della Patria si è tinto dei colori della bandiera italiana. Lo spettacolo stamattina, dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto, come da tradizione, una corona di Fiori davanti al Monumento al Milite Ignoto. Un gesto a memoria di tutti coloro che, anche molto giovani, hanno sacrificato la propria vita a difesa della Patria. Valori che Il Ministero della Difesa auspica "imperituri e immutati nel tempo e che possano accomunare i militari di allora, che combattevano la guerra e quelli di oggi".

La Giornata dell'Unità nazionale e delle forze armate

Con la ricorrenza del 4 novembre Roma e l'Italia ricordano l'Armistizio di Villa Giusti, entrato in vigore nell'anno 1918, grazie al quale gli italiani sono potuti fare ritorno nei territori di Trento e Trieste, con il compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. La data del 4 novembre è fortemente simbolica: si è conclusa la Prima Guerra Mondiale. Per onorare i sacrifici dei soldati caduti a difesa della Patria il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione della salma del Milite Ignoto, nel Sacello dell'Altare della Patria a Roma. Con il Regio decreto n.1354 del 23 ottobre 1922, il 4 Novembre è stata poi indetta Festa nazionale.

A Roma il Monumento al Milite Ignoto

A Roma c'è il Monumento del Milite Ignoto, che onora i soldati caduti in guerra, la cui costruzione è stata proposta nel 1920 dal generale Giulio Douhet. La salma, che appartiene a un uomo non identificato, è stata scelta tra undici soldati di cui non si conosceva il nome il 26 ottobre del 1921 da Maria Bergamas, una delle madri che ha perso il figlio nel primo conflitto mondiale. Da allora la sua tomba ha rappresentato nei decenni il luogo dove tutte le madri possono piangere i propri figli che non hanno fatto ritorno a casa.

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