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Folla in via del Corso: perché Raggi potrebbe chiudere anche le vie dello shopping a Roma

Le fotografie delle migliaia di romani che hanno affollato Ostia e le vie dello shopping, via del Corso su tutte, nel corso del fine settimana potrebbero spingere Virginia Raggi a decidere autonomamente per una stretta più dura, senza aspettare le decisioni del governo. Anche perché, tra l’altro, per ora il Lazio dovrebbe rimanere ‘zona gialla’ e non diventare ‘zona arancione’.
A cura di Enrico Tata
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Da un lato la crisi drammatica dei negozianti del centro storico di Roma, dall'altro l'obiettivo primario di contenere quanto più possibile la circolazione del virus Sars-CoV-2. Le fotografie delle migliaia di romani che hanno affollato Ostia e le vie dello shopping, via del Corso su tutte, nel corso del fine settimana potrebbero spingere Virginia Raggi a decidere autonomamente per una stretta più dura, senza aspettare le decisioni del governo. Anche perché, tra l'altro, per ora il Lazio dovrebbe rimanere ‘zona gialla' e non diventare ‘zona arancione'. Se è vero che i ricoveri continuano ad aumentare in modo preoccupante, infatti, negli ultimi giorni si è registrato un calo nel trend di aumento dei nuovi casi. Tuttavia non sarà facile optare per una nuova e più dura stretta sullo shopping, anche perché, come detto, il centro storico di Roma, vuoto e senza turisti da mesi, sta attraversando una crisi terribile. Le chiusure per fallimento nelle vie del ‘tridente' si susseguono giorno dopo giorno e la situazione potrà solo peggiorare nei prossimi mesi: dall'inizio della pandemia a Roma hanno abbassato definitivamente le serrande circa 6mila negozi, 430mila dipendenti romani sono in smart working e questo provoca un mancato incasso di 180 milioni di euro al mese per gli esercenti.

Non sarà facile per la sindaca Raggi chiedere altri sacrifici

La folla di ieri, paradossalmente, vista l'emergenza sanitaria in corso e la necessità di limitare quanto più possibile gli spostamenti, è servita a dare una boccata d'aria ai commercianti che ancora resistono. In quest'ottica non sarà facile chiedere loro ulteriori sacrifici. Anzi gli esercenti ieri hanno chiesto ancora una volta a Raggi di aprire le Ztl del centro storico per consentire il passaggio delle automobili. La sindaca dovrebbe prendere una decisione nel corso della settimana: "Mi auguro che se non si vuole vedere la città deserta, i varchi si riaprano alle 10 del mattino e comunque non dopo le 11", ha dichiarato all'agenzia Agi il presidente  Confesercenti Walter Giammaria. "Non sottovalutiamo i rischi della pandemia, ma forse i provvedimenti governativi sono stati troppo restrittivi con il commercio romano. E se il virus non si fermerà, arriveremmo anche nella capitale alla chiusura del 30 per cento delle attività. Non si possono chiedere ancora sacrifici a chi li sta già facendo dall'inizio della pandemia". Circa il 35 per cento dei negozi di Roma si trova nell'area del centro storico. Per quei commercianti, ha detto Giammaria, pesano di riflesso anche le scelte fatte per i locali e i ristoranti, che devono chiudere alle 18 e che provocano lo svuotamento delle strade. Questo fine settimana, ha spiegato, "i negozi del centro storico hanno avuto un po' di ossigeno grazie alle giornate che nonostante l'invito del premier Conte a limitare le uscite anche nelle zone gialle ha portato molti romani nelle strade dello shopping".

Gia chiuse le vie della movida

La sindaca Raggi ha già disposto la chiusura al pubblico, dalle 21 nei giorni del fine settimana, delle piazze della movida: da Campo de Fiori a piazza Trilussa a Trastevere, da via del Pigneto alla piazzetta di Monti. Il governo, d'altro canto, ha disposto la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana e questo, di rimbalzo, potrebbe aver spinto i romani di trascorrere il weekend al mare (con il lungomare di Ostia pieno di gente) e nella più grande via dello shopping romano, cioè via del Corso. Le immagini di ieri in via del Corso certamente saranno discusse all'interno della giunta capitolina, ma prendere una decisione in merito a un'eventuale chiusura sarà molto complicato per i motivi sopra elencati: i negozianti sono allo stremo e togliere a loro una boccata d'aria come quella di ieri sarebbe fatale per molti di loro.

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