46 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Film in streaming e playstation in cella a Velletri: la scoperta in un blitz di oltre 100 agenti

Entrano negli istituti penitenziari portati in volo dai droni: minidecoder, telefonini e droga. Questo è quanto scoperto in un blitz con oltre 30 agenti in carcere a Velletri.
A cura di Beatrice Tominic
46 CONDIVISIONI
Immagine di repertorio
Immagine di repertorio

Sky, Netflix, Dazn ma anche una piccola Playstation portatile, sei telefonini e qualche quantitativo di droga. Questo è quanto ritrovato dagli agenti della polizia penitenziaria nel corso di un blitz nel carcere di Velletri, dove vivono oltre 500 detenuti. Non solo intrattenimento nelle ore in cella, grazie ai due fire stick, una specie di decoder che permette di visionare contenuti streaming e a pagamento, ma anche rapporti, da non escludere quelli illeciti, con l'esterno.

A raccontarlo in una nota il segretario nazionale per il Lazio del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), Maurizio Somma che, come spesso riportato all'attenzione, ne ha approfittato per denunciare nuovamente la mancanza di personale nelle carceri italiane: "Si tratta di un risultato brillante, nonostante il personale decimato nell'organico da scellerate scelte poste in essere dall'amministrazione penitenziaria regionale e nazionale – ha diffuso in una nota Somma – Grazie ai nostri agenti che hanno interrotto con il loro blitz questa diffusa illegalità, a cui si aggiunge anche lo spaccio di sostanze stupefacenti".

Telefonini nelle carceri

Non è la prima volta che dispositivi elettronici come telefonini vengono ritrovati all'interno delle celle delle carceri. "Ormai è un flusso continuo – ha dichiarato a il Messaggero Donato Capece, segretario generale del Sappe – Non si contano più i rinvenimenti e i sequestri e le vie d'ingresso diventano molteplici: vengono usati anche i droni".

Una situazione, quella dei telefonini nelle carceri, che unisce gran parte degli istituti penitenziari. Secondo controlli effettuati lo scorso anno, anche nel carcere di Rebibbia, il metodo di ingresso dei telefonini è tramite droni. E, come scoperto lo scorso agosto, non fa eccezione neanche il centralissimo carcere di Regina Coeli per entrare nel quale i droni sorvolano il Gianicolo. La situazione non è diversa in provincia: lo stesso copione si ripete a Cassino. Anche per far fronte a tutte queste situazioni interne, la polizia penitenziaria chiede da tempo nuove assunzioni.

46 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views