Enrico Varriale ancora a processo, accuse da un’altra ex: “Mi ha presa a schiaffi”

Dopo una prima condanna a dieci mesi di reclusione per stalking nei confronti della sua ex, l'ex vicedirettore di Rai Sport Enrico Varriale sta affrontando un nuovo processo. La procura di Roma ha chiesto sei mesi per il giornalista televisivo nell'ambito di un altro procedimento penale. Varriale è imputato con l'accusa di lesioni per aver picchiato un'altra donna con cui in precedenza aveva avuto una relazione. "Mi ha dato uno schiaffo a piene mani", ha testimoniato la vittima in aula.
"Mi ha dato uno schiaffo a piene mani, poi mi ha chiusa a chiave"
I fatti di cui è accusato Varriale risalgono al dicembre 2021, quindi dopo le vicende discusse nel processo per cui è stato condannato in primo grado. A seguito dello schiaffo, secondo la procura, la donna sarebbe caduta sbattendo la testa. La tesi è sostenuta da un referto medico del pronto soccorso, che riporta di un trauma cranico non commotivo. "Quando ho cercato di scappare e lui mi ha chiusa a chiave, ho capito che era panico: una sensazione di pericolo, soffocamento, tremore", ha raccontato la ex del giornalista.
La difesa di Varriale: "Mi stava distruggendo casa"
Un racconto diverso da quello fatto da Varriale, che in aula ha raccontato quanto il rapporto fra i due fosse turbolento. L’8 dicembre 2021, la sera dello schiaffo al centro del capo d'accusa di lesioni, la vittima sarebbe arrivata a casa del giornalista trovandolo insieme a un'altra donna, che ha subito messo in chiaro di essergli solo amica. Nonostante le rassicurazioni, secondo la testimonianza di Varriale, la donna avrebbe perso le staffe e insultato l'uomo e l'amica. Inoltre, avrebbe cominciato a distruggere tutto ciò che trovava nell'abitazione.
Chiesta assoluzione per stalking
I pubblici ministeri hanno invece chiesto l'assoluzione per il capo d'imputazione di stalking, un'accusa che parte da un episodio del 19 dicembre successivo. Varriale avrebbe chiamato la donna da un telefono Rai, parlando con voce camuffata e dicendo: "Morirai". Una versione rigettata dal giornalista e dai suoi legali: "Sono Enrico e sono in Rai", sarebbero state le parole pronunciate.