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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, Sciarelli a Pietro sulle ‘uscite’ di papa Wojtyla: “Zitto, ti inguai da solo”

A Chi l’ha visto? Pietro Orlandi è tornato sulle frasi pronunciate in merito a papa Giovanni Paolo II. Federica Sciarelli gli ha detto: “Pietro tu però ti devi stare zitto, perché altrimenti ti inguai da solo”.
A cura di Enrico Tata
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Nel corso dell'ultima puntata di Chi l'ha visto?, Pietro Orlandi, il fratello di Emauela Orlandi, è tornato a parlare delle frasi pronunciate in merito a Giovanni Paolo II che hanno scatenato un mare di polemiche.

Da Giovanni Floris aveva dichiarato: "Mi dicono che il Papa ogni tanto usciva di sera e andava in giro con due suoi amici polacchi, qualcuno mi dice non andava certo a benedire delle case. Non ho mai detto Papa Giovanni Paolo II era un pedofilo, ma ho detto che è giusto indagare a 360 gradi. Io penso che nel 2023 non possono esserci persone intoccabili".

Le parole di Pietro Orlandi sulle uscite di papa Giovanni Paolo II

Secondo la conduttrice di Chi l'ha visto?, Federica Sciarelli, quelle frasi si riferiscono a quanto c'è scritto sul libro ‘Una vita con Karol', edito nel 2007 e scritto dal cardinale Stanislao Dziwisz, segretario particolare di papa Wojtyla. "Da Floris a un certo punto hai detto una cosa che dici di aver sentito in Vaticano. Ma credo che tutti in Vaticano si siano letti il libro che si chiama ‘una vita con Karol'. Ti è uscita male forse, hanno capito male. Il problema delle uscite segrete del Papa con due monsignori polacchi c'è scritto in questo tomo. A un certo punto si scrive che Giovanni Paolo II usciva in gran segreto del Vaticano".

E poi, mentre Orlandi cercava di puntualizzare, Sciarelli ha detto: "Pietro tu però ti devi stare zitto, perché altrimenti ti inguai da solo. Quelle parole che ha detto Pietro non sono state scritte in un libro da un sovversivo, ma dal segretario particolare del Papa".

Pietro ha spiegato: "Io ho parlato di quella cosa perché, nel corso del colloquio con Diddi, ho fatto i nomi (in una lista di 28 nomi) di questi due monsignori polacchi che erano molto vicini al Papa e, quindi, erano persone che potevano essere ascoltate. Ho detto anche a Diddi che si sapeva che Giovanni Paolo II usciva di notte, anche con questi due polacchi. In questo libro il cardinale, il primo ad attaccarmi, ha spiegato come faceva a uscire di nascosto con questi due monsignori".

"Ma è chiaro chiaro che se metti vicino queste uscite con Emanuela Orlandi, qualcuno può capire che tu stai infangando il Papa. Ma non è così, non era tua intenzione", ha chiuso l'argomento Sciarelli.

Le uscite segrete del Papa nel libro del suo segretario particolare

In un capitolo del libro ‘Una vita con Karol' si legge che "il Santo Padre aveva qualche difficoltà ad abituarsi non tanto a stare “chiuso” in Vaticano quanto a doverci stare per lunghi periodi".

E ancora: "Sono state più di un centinaio, quelle “spedizioni”, per lo più in Abruzzo. E, in principio, nessuno ne sapeva niente, né in Vaticano né tra i giornalisti. La prima volta fu quasi una “fuga”. Da tempo desideravamo che il Santo Padre potesse non solo sciare, ma rituffarsi nella vita normale della gente, e perciò decidemmo di tentare. Non ricordo di chi fosse stata l’idea iniziale, ma probabilmente fu una iniziativa collettiva, nata a tavola".

Quelle uscite, stando a quanto si legge, erano in qualche modo segrete: "Se non ricordo male, era il 2 gennaio 1981. Partimmo verso le 9 con la macchina di don Jozef, per non dare nell’occhio all’uscita dal palazzo di Castelgandolfo, dove c’erano le Guardie Svizzere. Don Jozef era l’autista e, accanto a lui, don Tadeusz faceva finta di leggere il giornale, tenendolo tutto aperto per “coprire” il Santo Padre, ch’era dietro, e io stavo vicino a lui".

Le accuse del cardinale Dziwisz a Pietro Orlandi

Don Dziwisz, tuttavia, è stato uno dei primi ad attaccare Pietro Orlandi per le frasi utilizzate da Floris. Ha parlato di "ignobili insinuazioni" e "accuse farneticanti, irrealistiche, risibili al limite della comicità se non fossero tragiche, anzi esse stesse criminali".

Per Dziwisz  la scomparsa di Emanuela Orlandi è "un crimine gigantesco", ma "criminale è lucrare su di esso con farneticazioni incontrollabili, volte a screditare preventivamente persone e ambienti fino a prova contraria degni della stima universale".

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