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Aggiornamenti sul caso Emanuela Orlandi

Emanuela Orlandi, la famiglia chiede formalmente di accedere agli atti sottoposti a Segreto di Stato

Il legale ha fatto richiesta di accesso agli atti per dei documenti secretati nel 1993 al sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
A cura di Simone Matteis
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Emanuela Orlandi all'epoca della scomparsa e il fratello Pietro oggi
Emanuela Orlandi all'epoca della scomparsa e il fratello Pietro oggi
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Ancora un nuovo capitolo nel caso della lunga ricerca della verità su Emanuela Orlandi, scomparsa ormai da quarant'anni. Dal fratello Pietro arriva la richiesta formale di accesso agli atti su una documentazione che la famiglia non ha mai potuto visionare in quanto vincolata dal segreto di Stato. La richiesta, presentata dal legale Laura Sgrò per ragioni di "evidente interesse della famiglia", è stata rivolta direttamente al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano in qualità di delegato ai Servizi di Informazioni e di Sicurezza.

Perché i documenti erano secretati

"Risulta che il Sismi (Servizio informazioni e sicurezza militare, ndr), oggi Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna, ndr), abbia certamente compiuto delle attività di indagine sul sequestro di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori", sottolinea l'avvocato. I documenti, raccolti in tre faldoni, sarebbero stati secretati nel 1993 dopo essere stati richiesti nell'ambito delle indagini sull'attentato a Giovanni Paolo II. Questi, tuttavia, pur rimanendo nella disponibilità della magistratura, non uscirono mai dalla sede del Sismi in via dei Selci, come richiesto da un alto funzionario del servizio che ne aveva rappresentato la necessità del vincolo della vietata divulgazione. Quelle carte, infatti, contenevano – e contengono tutt'oggi – dati riservatissimi anche in riferimento con altre intelligence straniere.

Nemmeno la richiesta di immediata acquisizione presentata dal giudice istruttore Adele Rando in relazione al procedimento penale contro ignoti sul caso Orlandi, bastò a far confluire quei dossier nei fascicoli relativi alle inchieste svolte dalla Procura di Roma, secondo quanto dichiara l'avvocato Sgrò. Ora, vista la richiesta formale avanzata al sottosegretario Mantovano, si aspettano ulteriori sviluppi dalle parti di Palazzo Chigi.

Su Emanuela "non sappiamo praticamente nulla"

L'azione presentata dal legale della famiglia Orlandi arriva a pochi giorni dalle dichiarazioni dell'ex presidente del Consiglio e della Corte Costituzionale Giuliano Amato che, in una conferenza stampa successiva alla sua intervista a Repubblica, era tornato a parlare della scomparsa di Emanuela.

"È impressionante: nonostante ora il Pontefice abbia detto che dobbiamo arrivare alla verità, non sappiamo praticamente nulla. La pacificazione con la storia finisce per arrivare il giorno in cui questi misteri si disciolgono in una verità accertata e accettata ed è vero che, nella nostra storia, ne abbiamo di ancora incomplete"

Il caso Orlandi non ha mai smesso di suscitare interesse in particolar modo a Roma, con la città che nel giugno scorso, in occasione dei quarant'anni dalla scomparsa di Emanuela, ha organizzato un sit-in a piazza San Pietro per chiedere verità e giustizia. Gli stessi obiettivi per i quali anche suo fratello Pietro non ha mai smesso di lottare.

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