Droga dello stupro ai professionisti della ‘Roma bene’, pusher a processo: 800 euro per 100ml

Cinque persone sono state rinviate a giudizio dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma relativamente all'inchiesta sul traffico e spaccio di droga dello stupro a Roma. Tre persone erano finite in carcere, mentre per altre due erano state disposti i domiciliari. Il processo comincerà davanti alla corte d'Assise il prossimo 18 gennaio. Gravi, secondo il giudice, gli indizi di colpevolezza a carico degli imputati, che salteranno così l'udienza preliminare e andranno a giudizio immediato. La prima udienza del processo si terrà il prossimo 18 gennaio.
I due gruppi di spaccio, tra shaboo e GHB
Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Roma, il gruppo gestiva lo spaccio di droga dello stupro su Roma, andando sia a servire i quartieri benestanti della città, con clienti come avvocati, medici, un senatore, e vari professionisti ‘insospettabili', ma anche le comunità etniche residenti tra Marconi e Monteverde Nuovo. I primi si rifornivano soprattutto di droga dello stupro, spendendo anche 800 euro per 100ml di stupefacente, mentre i secondi di shaboo, utilizzata soprattutto per reggere pesantissimi carichi di lavoro e non sentire la fatica. Una vera e propria piaga che tra alcune comunità si è diffusa a macchia d'olio.
Le indagini scattate nel 2020: una donna trovata con 20mila euro di shaboo
Lo spaccio di droga era andato avanti anche durante il lockdown, con i corrieri vestiti da rider che rispondevano ai messaggi dei clienti su WhatsApp. Per non farsi intercettare dalle forze dell'ordine usavano parole in codice come ‘Gilda', ‘Mafalda' e acqua. La consegna, di solito, avveniva a domicilio. Le indagini e la relativa inchiesta sono scattati nell'ottobre 2020 in seguito all'arresto di una donna cinese trovata alla stazione Termini con circa 20mila euro di shaboo addosso. Sempre durante l'indagine, una ragazza è stata fermata dai militari davanti a Palazzo Madama, mentre stava effettuando una consegna, stavolta di droga dello stupro.