Dissequestrata parte del cantiere della Torre dei Conti: via libera alla messa in sicurezza senza demolizione

I carabinieri della compagnia di Roma hanno dissequestrato, una parte delle aree del cantiere della Torre dei Conti, interessata da due crolli lo scorso 3 novembre. L'area, ad angolo fra via dei Fori Imperiali e via Cavour, è stata oggetto d'indagine da parte della procura a seguito della morte dell'operaio Octav Stroici, rimasto intrappolato per undici ore, e del ferimento di alcuni suoi colleghi.
Il dissequestro, disposto dai procuratori aggiunti Giovanni Conzo e Antonino Di Maio e dai pubblici ministeri Mario Dovinola e Fabio Santoni, è stato notificato alla Soprintendenza Capitolina ed è arrivato dopo che lunedì 24 novembre i militari avevano effettuato un'ispezione esterna per raccogliere elementi utili alle inchiesta per omicidio e disastro colposo.
La messa in sicurezza della Torre dei Conti: "Non sarà demolita"
Adesso si inizierà a lavorare alla messa in sicurezza della struttura medievale. Il piano dei lavori è stato messo a punto dalla Soprintendenza del Parco archeologico del Colosseo, dalla Sovrintendenza Capitolina e dai vigili del fuoco. Si comincerà con una serie di interventi per mettere in sicurezza l’area e garantire l’incolumità dei cittadini.
Dopodiché verrà installata una copertura temporanea per proteggere la torre dalle precipitazioni ed evitare infiltrazioni o altri cedimenti. Sembra ormai deciso, però, che l'edificio, risalente al Duecento, non sarà demolito. "L’obiettivo resta la sua conservazione – ha dichiarato il consigliere capitolino Giovanni Caudo, presidente della commissione PNRR -. Obiettivo che seguirà, naturalmente, la messa in sicurezza dell’intero edificio, prioritario e urgente in questa fase, su cui sta intervenendo personale altamente specializzato come quello dei Vigili del Fuoco".
Saranno necessari altri studi, invece, per capire se il progetto di restauro portato avanti dalla ditta per cui lavorava Octav Stroici e finanziato con fondi del PNRR possa essere ripreso in futuro. "Al momento non possono esserci risposte certe in tal senso – ha concluso Caudo -. Procedere con cautela è un imperativo".