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Detenuto armato di pistola nel carcere di Frosinone spara a tre compagni di cella

Non accadeva dagli anni Settanta del Novecento che un detenuto armato di pistola sparasse in carcere a tre compagni di cella, ferendoli. È successo domenica 19 settembre a Frosinone, dove domani 20 settembre la ministra Cartabia invierà il capo del Dap. I tre feriti, soccorsi e medicati, non sono gravi.
A cura di Alessia Rabbai
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Un detenuto trentenne italiano armato di pistola ha sparato ferendo tre compagni di cella nel carcere di Frosinone. I fatti sono avvenuti nel pomeriggio di oggi, domenica 19 settembre, nel reparto As dove si trovano reclusi i detenuti ritenuti facenti parte di associazioni mafiose. Secondo quanto appreso il trentenne avrebbe premuto il grilletto dopo aver minacciato un agente di polizia penitenziaria, per poi consegnare l'arma al personale intervenuto. Come riporta La Repubblica, i tre detenuti feriti sono stati soccorsi e le loro condizioni di salute non sarebbero gravi. Sono in corso le indagini per fare chiarezza sull'accaduto, per capire come il detenuto si sia procurato la pistola, che si sospetta sia stata fatta entrare all'interno del carcere attraverso un drone, su chi gliel'abbia fornita e sul movente, l'ipotesi è che si sia trattato di un regolamento di conti. Un episodio come questo nelle carcere italiane non si verificava dagli anni Settanta.

Domani la ministra della Giustizia Marta Cartabia invierà il capo del Dap, Dipartimento amministrazione penitenziaria, Bernardo Petralia presso il carcere di Frosinone con il provveditore del Lazio Carmelo Cantone, dove si terrà una riunione straordinaria insieme e i direttori generali del personale Massimo Parisi e dei detenuti Gianfranco de Gesu. "Nell'Istituto più volte avevano chiesto interventi ed anche ispezioni proprio per la nota e cronica carenza di personale – ha detto tra gli altri sull'accaduto riportato da Adnkronos Massimo Costantino, segretario generale Fns Cisl Lazio – Solo alcuni giorni fa il Provveditorato, dopo un incontro con le rappresentanze sindacali, aveva previsto l'invio di ulteriori dodici unità in ambito nazionale, che si aggiungevano ad altre inviate tramite mobilità nazionale" spiega. Per la Fns Cisl Lazio "occorrono interventi urgenti perché altrimenti collassa tutto il sistema penitenziario".

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