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Detenuta si suicida nel carcere di Rebibbia: attendeva l’esito della pensione d’invalidità

Una detenuta si è tolta la vita in carcere a Rebibbia la scorsa notte, era in attesa della valutazione Inps per la pensione di invalidità: aveva 52 anni.
A cura di Beatrice Tominic
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Stava scontando una pena di otto anni nella sezione femminile del carcere di Rebibbia la donna che, la scorsa notte, si è tolta la vita nella sua cella. A ritrovarla, quando ormai non c'era più niente da fare, sono stati gli agenti della polizia penitenziaria. Quello avvenuto la notte scorsa è l'ennesimo suicidio all'interno delle carceri. Sul caso è stata aperta un'inchiesta per stabilire i modi ed eventuali responsabilità della morte. La detenuta era in attesa della valutazione Inps per ottenere la pensione di invalidità.

"Quello dell'accesso ai diritti sociali per i detenuti è un problema noto nei penitenziari del Lazio e soprattutto di Roma – ha spiegato a Fanpage.it il Garante dei Detenuti del Lazio Stefano Anastasia – Spesso non è possibile raggiungere i medici per le certificazioni mediche necessarie, in alcuni casi, invece, la difficoltà è raggiungere gli uffici Inps per ultimare le pratiche".

Dall'inizio dell'anno è il sesto suicidio che avviene nelle carceri della regione Lazio, il terzo in quello di Rebibbia.

Detenuta si toglie la vita in cella: cosa è successo

I fatti sono avvenuti questa notte quando agenti della polizia penitenziaria del reparto femminile di Rebibbia hanno trovato la cinquantaduenne impiccata in cella. Per lei, al loro arrivo, non c'era più niente da fare: la donna era già morta. Da chiarire per quale ragione non fosse sorvegliata.

La cinquantaduenne stava scontando una pena di otto anni per tentato omicidio dopo un episodio avvenuto lo scorso anno a Terracina. A dare notizia dell'ennesimo suicidio in prigione è stata la Garante dei detenuti di Roma, Valentina Calderone che ha spiegato che la donna era seguita dal suo ufficio. La conoscevano bene, era preoccupata per la questione legata alla richiesta per la pensione di invalidità, ma non si aspettavano che arrivasse a commettere il folle gesto. Nel pomeriggio sarà in visita nel carcere dove è avvenuto il suicidio.

"Siamo addolorati per la morte di D.Z., la donna che si è tolta la vita la scorsa notte a Rebibbia femminile – ha spiegato Anastasia – Una persona con una storia di dipendenze, una pena ancora lunga da scontare e senza più relazioni affettive esterne. Ancora una volta una storia di solitudine e disperazione, che testimonia una drammatica carenza di risposte sociali che finiscono inevitabilmente in carcere".

Persone invalide e carcere: "Problema noto, non ancora risolto"

Quella dell'iter per la richiesta della pensione di invalidità è un problema noto nelle carceri della regione Lazio, forse ancora di più a Roma. "Spesso la maggior parte delle problematiche dei detenuti emerge o si amplifica dopo l'ingresso in carcere. Da quel momento è più complicato garantire l'accesso ai diritti sociali per le persone detenute a partire dal riconoscimento di invalidità e la relativa pensione", ha spiegato a Fanpage.it il Garante dei Detenuti del Lazio Stefano Anastasia.

"Le prime difficoltà sono in partenza: la procedura per il riconoscimento dell'invalidità è una procedura che parte con una certificazione medica che viene redatta dal medico curante, a pagamento. Quando si è in carcere, non è sempre garantita dal piano regionale approvato dalla giunta alla fine dell'anno scorso", ha sottolineato. "Il problema successivo è quello in cui si incastra gran parte delle procedure, in modo particolare a Roma, quando l'Inps, una volta ricevuta la domanda di invalidità, chiama a fare la visita davanti alla commissione la commissione medica. Ma raggiungere gli uffici per una persona detenuta è complesso perché mancano agenti che possano accompagnare i detenuti".

Una situazione drammatica che non si ferma all'Inps: "Per la stessa ragione a Roma il 60-70% delle visite mediche specialistiche salta – ha poi concluso – Si tratta di un problema intollerabile per cui Inps e Asl dovrebbero trovare una soluzione al più presto".

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