278 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Detenuta si impicca a Rebibbia, il garante: “Cresce il numero dei suicidi in carcere”

Fanpage.it ha intervistato Stefano Anastasìa sui suicidi nelle carceri di Roma e Lazio. Il numero è in crescita nel 2022, a Rebibbia una detenuta si è impiccata.
A cura di Alessia Rabbai
278 CONDIVISIONI
Immagine

Una detenuta si è suicidata con un cappio al collo nella Sezione femminile del carcere di Rebibbia a Roma. Si tratta di una trentaseienne con problemi di tossicodipendenza, che stava per essere trasferita nel carcere di Civitavecchia, dove si trova il compagno. Un trasferimento che le avrebbe consentito anche di avvicinarsi alla famiglia. Ma la donna senza alcun preavviso si è tolta la vita. Sono tre i casi di donne morte suicide nelle carceri italiane da inizio 2022, per un totale di quaranta di entrambi i sessi sul territorio nazionale, un numero in crescita rispetto agli anni passati. Nel carcere di Rebibbia si conta un caso di donna morta suicida, mentre al Regina Coeli si sono tolti la vita quattro uomini, per un totale di cinque casi di suicidi nel Lazio da inizio anno.

Anastasìa: "Caso della detenuta di Rebibbia andrà analizzato"

Fanpage.it ha intervistato il garante dei detenuti del Lazio Stefano Anastasìa: "Rispetto alla detenuta suicida a Rebibbia il caso andrà studiato e analizzato, per capire se questo evento si sarebbe potuto prevenire e come. La donna era nota al mio ufficio in quanto ci eravamo interessati per consentirle colloqui con il compagno che si trova anche lui in carcere a Civitavecchia. Era seguita sia dal Sert, che dagli altri servizi sanitari in carcere e aveva manifestato dei comportamenti aggressivi nei confronti degli operatori sanitari. Sicuramente era una persona che stava male, ma non aveva manifestato atti autolesionisti, che potessero far pensare ad un'imminente intenzione di togliersi la vita".

Suicidi in aumento nel Lazio: già a 5 nel 2022

Anastasìa ha spiegato che: "Da inizio 2022 ci sono altre cinque cause di morte di detenuti per altri motivi, che non riguardano il gesto volontario, due dei quali risalgono a ieri. La prima nel carcere Mammagialla di Viterbo, le cui cause sono ancora in fase di accertamento, ma pare si sta trattato di un abuso di farmaci e alcol e la seconda all'ospedale Sandro Pertini di un paziente oncologico all'ultimo stadio". I suicidi, che in carcere riguardano sia uomini che donne, mostrano dei numeri significativi e in aumento, sui quali va posta attenzione sia a livello regionale che nazionale: "Per quanto riguarda il Lazio siamo a poco più della metà del 2022 e ci troviamo già a cinque casi a fronte dei tre casi registrati in tutto il 2021 e dei cinque nel 2020".

"Carcere luogo patogeno che induce al suicidio"

"Esistono dei piani di prevenzione del rischio suicidario – spiega Anastasìa – Bisogna però prendere atto che lo stesso ambiente penitenziario è tale da aumentare episodi del genere, perché è un luogo patogeno che induce al suicidio, perché genera sofferenza che può anche non manifestarsi in una precedente rischiesta d'aiuto o in comportamenti che possano essere in qualche modo interpretabili". A complicare la vita in carcere sono anche altri fattori che pesano sul vissuto dei detenuti, "come il caldo del periodo estivo, la riduzione delle attività, le relazioni con l'esterno – continua il garante – Serve l'impegno da parte della Regione Lazio e dell'Osservatorio regionale sulla sanità penitenziaria nel rivedere e aggiornare il piano di prevenzione suicidaria anche sulla base delle esperienze di questi anni".

278 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views