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La morte dell'ultras Fabrizio Piscitelli a Roma

Daspo a 44 Irriducibili: “Erano i picchiatori dell’organizzazione criminale di Diabolik”

Il Questore di Roma ha emanato 44 daspo nei confronti di alcuni appartenenti alla tifoseria laziale e al gruppo ultras degli Irriducibili in seguito al loro coinvolgimento dell’inchiesta per spaccio di droga che lo scorso anno ha portato all’arresto di 51 persone. Secondo l’accusa, facevano parte della batteria di picchiatori al soldo dell’organizzazione criminale cui a capo c’era Fabrizio Piscitelli.
A cura di Natascia Grbic
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Quarantaquattro Daspo ‘fuori contesto', ossia non legati a episodi avvenuti in ambito sportivo, ma ad altri reati gravi. Questo il nuovo provvedimento emesso dal Questore di Roma che va a colpire un gruppo di appartenenti al gruppo ultras degli Irriducibili che lo scorso anno sono stati arrestati nell'ambito dell'inchiesta Grande Raccordo Criminale. Il Daspo ha raggiunto persone di età compresa tra i 24 e i 61 anni. Due sono della durata di un anno, trentadue di due. Sette di tre e uno di cinque. Per i due esponenti degli Irriducibili più in vista e noti da anni alle cronache giudiziarie – Ettore ‘Pluto' Abramo e Aniello Marotta – il Daspo è stato prolungato per altri dieci anni con l'obbligo di firma.

Secondo quanto emerso dalle indagini che hanno portato all'inchiesta chiamata Grande Raccordo Criminale, Fabrizio Piscitelli, leader degli Irriducibili ucciso il 7 agosto 2019 in un agguato al parco degli Acquedotti, era insieme al broker Fabrizio Fabietti a capo di una banda criminale che gestiva il traffico di droga nella capitale. L'hashish e la cocaina erano roba loro. E data la grande disponibilità di droga rifornivano tutti i vari gruppi criminali che a Roma si gestiscono il mercato dello spaccio. Un sodalizio, quello tra Piscitelli e il gruppo di Tor Bella Monaca, che è andato avanti per anni a Roma. Fino a che Diabolik non è stato ucciso in un agguato, e Fabietti arrestato a novembre 2019.

Per gli investigatori del Gico della Guardia di Finanza, Fabrizio Piscitelli si serviva di una banda di picchiatori di cui facevano parte pugili albanesi (storicamente al soldo del clan Senese) e di ultras degli Irriducibili. Il meccanismo era sempre lo stesso: chi non pagava i debiti di droga veniva rintracciato dai picchiatori e pestato. Dopo la morte di Diabolik, Fabietti ha capito che qualcosa non andava e ha assunto una posizione più defilata. Non usciva più di casa, era attento al minimo spostamento. Aveva paura che la prossima pallottola sarebbe stata indirizzata a lui. Fino a che, a novembre 2019, non è stato arrestato insieme ad altre 51 persone.

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