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Crollo Torre dei Conti, l’architetto: “Troppa fretta nei cantieri Pnrr, tanti interventi e poco tempo”

Dopo i due crolli della Torre dei Conti e la morte di un operaio, al via le indagini della procura di Roma. Maurizio Caperna: “Serve una nuova cultura della programmazione”.
A cura di Francesco Esposito
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Il lato sud della Torre dei Conti
Il lato sud della Torre dei Conti

Con un'ordinanza firmata ieri 4 novembre 2025 il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha ordinato la chiusura di Largo Ricci e l'evacuazione degli immobili più vicini alla Torre dei Conti. Restano ancora molti interrogativi sulle cause dei crolli che hanno interessato la struttura medievale nella mattina di lunedì 3. Domande a cui si potrà rispondere solo una volta terminate le indagini della procura di Roma, che ha aperto un fascicolo d'inchiesta per disastro e omicidio colposo a seguito della morte dell'operaio Octav Stroici.

Le ipotesi che circolano sono tante, ma secondo Maurizio Caperna, architetto e professore di Restauro all'Università La Sapienza di Roma intervistato da Fanpage.it, sarebbero serviti "controlli e programmazione più accurati". "Negli ultimi anni studi preliminari e lavori tendono a sovrapporsi – continua Caperna -. Le ragioni sono molte e la fretta è una di queste, la situazione del Pnrr ha portato a una certa fretta negli interventi"

Quali sono state, secondo lei, le cause che hanno portato a questo crollo?

Non è facile, anzi, forse non è possibile stabilirle solo sulla base di quello che si è potuto leggere o vedere dalle foto e dai video. Dall’esterno non si possono definire cause certe: servono indagini consistenti, dirette, con cognizione di causa.

Possiamo però ragionare su alcune ipotesi, considerando la sequenza dei crolli. Il primo ha interessato il contrafforte sul lato sud della torre, una struttura addossata e di consolidamento costruita negli anni Trenta. Quella parte probabilmente ha ceduto per ragioni di degrado della coesione della muratura ma anche per condizioni legate ai lavori in corso.

La partecrollata della Torre dei Conti (La Presse)
La partecrollata della Torre dei Conti (La Presse)

E per il crollo dei solai?

Non conosco nel dettaglio i lavori svolti negli anni Trenta, che hanno comportato anche un cambio di destinazione d'uso, ma dalle immagini si intravedono solai moderni probabilmente retti con travi metalliche. Dovrebbero essere cinque in tutto e costituiscono non solo i piani, ma anche una connessione strutturale fra le pareti della torre.

Queste strutture, di tecnologia moderna, potrebbero aver avuto qualche problema nel momento del primo crollo, che ha fatto mancare il sostegno del contrafforte. Si è parlato di rimozione di parti in amianto – probabilmente canalizzazioni o tubature – ma non sappiamo se questo possa aver provocato sollecitazioni aggiuntive su una struttura già fragile.

Altri fattori possibili riguardano infiltrazioni d’acqua dovute a difetti del solaio di copertura, che possono aver aggravato la situazione. Quindi il primo crollo, a sua volta, ha probabilmente innescato il secondo, quello del solaio superiore, circa un’ora dopo.

È però difficile, sulla base di informazioni frammentarie, specificare le cause. Serviranno perizie molto approfondite. Quel che si può dire è che una situazione del genere, se non del tutto evitabile, avrebbe potuto essere prevenuta con controlli e programmazione più accurati. Recentemente, però, c'è molta fretta.

Si riferisce anche ai tempi accelerati del Pnrr?

Sì. L’urgenza legata ai fondi del Pnrr, con scadenze rigide, ha moltiplicato gli interventi e compresso i tempi. Questo produce accelerazioni nella programmazione e talvolta una sovrapposizione tra progettazione ed esecuzione, che non dovrebbe mai accadere.

Attenzione, non sto parlando di irregolarità. Anzi, mi sembra che proprio in questo caso specifico le procedure siano state corrette. Parlo di una questione ‘culturale': la programmazione deve essere molto approfondita e fatta prima dell’avvio dei lavori, soprattutto nel restauro, dove si interviene su strutture con secoli di storia e fragilità intrinseche. Invece, spesso si tende a pianificare e intervenire quasi in simultanea, con studi preliminari che si completano in fase d'opera. Questo può comportare effetti negativi.

I soccorritori provano a entrare nella struttura per estrarre Octav Storici
I soccorritori provano a entrare nella struttura per estrarre Octav Storici

Alcuni hanno ipotizzato che i lavori per la vicina Metro C, a Piazza Venezia, possano aver influito sul crollo. È plausibile?

È uno dei possibili elementi da considerare nel quadro generale. L’area è soggetta a vibrazioni continue, sia per il traffico veicolare – che nei decenni si fa sentire – sia per i lavori della metro. È però difficile dire quanto abbiano inciso direttamente.

Prima di tutto bisogna analizzare gli elementi strutturali interni: eventuali carichi accidentali aumentati a causa del cantiere, eventuali operazioni di estrazione o smontaggio che potrebbero aver modificato le connessioni fra solai e pareti verticali, problemi derivati dall'istallazione dell'ascensore, eccetera.

Tutto questo, come anche le vibrazioni esterne, possono aver influito su una struttura che non solo ha 800 anni di storia, ma che ha visto molte vicissitudini e, più recentemente, degrado. Prima ho detto che era stata già registrata una perdita di coesione della muratura, perlomeno in alcuni tratti, e problemi legati alle infiltrazioni potrebbero avere indebolito la malta.

La questione della metro, quindi, può aver avuto un ruolo, ma è solo uno dei fattori da considerare, e probabilmente non quello principale.

Alla luce dei danni, è possibile che la Torre dei Conti debba essere demolita?

Le condizioni di precarietà dovute al crollo sono gravi, anche per la sicurezza dei cittadini: la torre si trova in una zona molto trafficata, sia da pedoni che da auto. Occorre prevenire qualsiasi disgrazia ulteriore rispetto a quella già avvenuta. Quindi è indispensabile delimitare un’area di sicurezza e presidiare la struttura. Si parla di interventi urgenti simili a quelli che si adottano dopo un terremoto: misure provvisorie, anche con parziali demolizioni di parti ormai pericolanti, ma ci si augura che siano limitate al minimo necessario.

Bisogna anche considerare che ci sarà il sequestro da parte della magistratura, quindi gli interventi definitivi potranno iniziare solo dopo il dissequestro. L’obiettivo intanto sarà quello di mettere in sicurezza la torre con misure di contenimento come fasciature metalliche che colleghino le pareti fra loro. Successivamente si potrà procedere a un consolidamento strutturale più duraturo.

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