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Così riversavano fiumi di droga a Ponza: 5 arresti. Inchiesta partita dalla morte di Gianmarco Pozzi

Arrestate 5 persone fra Roma e Napoli per spaccio: il gruppo criminale riforniva anche l’isola di Ponza. Alcuni di loro erano vicini a Gianmarco Pozzi, il ragazzo di Frascati trovato morto nell’isola nell’agosto del 2020.
A cura di Beatrice Tominic
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All'alba di questa mattina i carabinieri della compagnia di Formia hanno arrestato 8 persone, 5 adesso di trovano agli arresti domiciliari, 3 con obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, perché ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di stupefacenti, attività che svolgevano nelle province di Roma e Napoli e sull'isola di Ponza.

Il provvedimento, emesso dal Gip del Tribunale di Cassino, è arrivato a seguito delle indagini svolte fra l'ottobre e il novembre del 2019 e poi incrementate dopo il mese di agosto del 2020, a seguito della morte di Gianmarco Pozzi, avvenuta nell'isola in circostanze ancora da chiarire. L'attività di spaccio droga scoperta dai militari, che risulta essere ben strutturata sull'isola e che tocca l'apice soprattuto nel periodo turistico, vede coinvolte anche persone vicine allo stesso Pozzi.

Il giallo sulla morte di Gianmarco Pozzi

A quasi due anni dalla sua morte, non sono ancora chiare le cause che hanno portato al decesso di Gianmarco Pozzi, il campione di kickboxing di Frascati di 28 anni trovato senza vita in un'intercapedine fra un terreno scosceso e una villa della località turistica. Inizialmente si era pensato ad una caduta, ma anche grazie alla determinazione della famiglia del giovane che non si è mai arresa, sono continuate le indagini. Nel corso degli accertamenti, dopo l'esame al luminol, è stato rinvenuto del sangue nel letto in cui dormiva Gianmarco, che si trovava a Ponza come buttafuori in uno dei tanti locali dell'isola.

Nel dicembre dello stesso anno in cui è morto il giovane, un testimone aveva raccontato agli inquirenti che il ragazzo è stato picchiato prima di essere ucciso e gettato nell'intercapedine dove è stato rinvenuto il corpo. Questa dichiarazione sarebbe, poi, stata ripetuta dal legale della famiglia Pozzi, Fabrizio Gallo. È stato proprio l'avvocato a dichiarare nel corso di un'intervista rilasciata a Fanpage.it, che il ragazzo avrebbe riportato troppe e gravi ferite rispetto a quelle derivanti dalla caduta: secondo lui sarebbe stato legato e picchiato. Per il consulente della procura, invece, quella della caduta sarebbe una pista plausibile: il ragazzo sarebbe scivolato in preda alle allucinazioni e ai deliri dovuti ad un'intossicazione da cocaina.

Gli arresti di oggi

Oltre a rifornire l'isola di Ponza, il gruppo criminale sgominato all'alba di oggi, operava anche a Roma e a Napoli. In particolare, nella capitale, era attivo nel quartiere del Laurentino 38, nel quadrante sud della città: qui l'attività criminale, come hanno dichiarato gli stessi indagati nel corso delle intercettazioni, raggiungeva profitti di 5000 euro al giorno e 150mila mensili.

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