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Contributo di 900 euro per chi rischia di finire in strada, Converti (Pd): “Interveniamo prima dello sfratto”

A Roma l’Assemblea capitolina ha approvato il nuovo regolamento per il sostegno economico finalizzato al contrasto e al superamento della precarietà e dell’emergenza abitativa. Una delibera a prima firma Nella Converti, consigliera capitolina Pd e presidente della commissione Politiche sociali.
A cura di Enrico Tata
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Fino a 900 euro mensili di contributo all'affitto di un'abitazione per chi rischia di finire per strada e fino a 500 euro di contributo per una singola stanza, che potrebbe essere utile agli studenti residenti a Roma in difficoltà economiche e ad altre categorie svantaggiate.

A Roma l'Assemblea Capitolina ha approvato ieri il nuovo regolamento per il sostegno economico finalizzato al contrasto e al superamento della precarietà e dell'emergenza abitativa. Una delibera presentata in aula da Nella Converti, consigliera capitolina Pd e presidente della commissione Politiche sociali, Yuri Trombetti, consigliere dem e presidente della commissione Patrimonio e Politiche Abitative, e Valeria Baglio, capogruppo dem in Campidoglio.

Come funziona il contributo per il contrasto alla precarietà abitativa a Roma

In cosa consiste concretamente la delibera approvata ieri dall'aula? In sostanza le misure in vigore finora avevano un fine riparativo, cioè rivolto al superamento dell'emergenza abitativa. In questo caso, invece, il sostegno economico ha uno scopo preventivo, cioè finalizzato al contrasto della precarietà.

I destinatari del nuovo regolamento sono persone in carico al Servizio Sociale e che hanno un problema abitativo dovuto a motivi diversi, oltre allo sfratto: essere in uscita da situazioni di violenza domestica o familiare, persone della comunità LGBTQIA+ in uscita da contesti discriminatori, persone separate che perdono il diritto all’alloggio, persone senza dimora, neomaggiorenni che terminano il percorso in casa-famiglia, ecc.

Un'altra novità rispetto al passato è rappresentata dalla possibilità di ricevere un contributo per una stanza in affitto e non soltanto per un appartamento intero. Ancora, come anticipato, il sostegno si può ottenere prima che lo sfratto sia stato perfezionato. In altre parole, si può accedere alla misura a partire dalla prima fase del provvedimento di sfratto: la diffida al pagamento della morosità (si interviene quando insorgono difficoltà abitative).

In passato, in oltre, non era necessaria la presa in carico da parte del Servizio Sociale per l'erogazione del contributo, che adesso diventa obbligatoria insieme per l'elaborazione del progetto individuale/familiare dei richiedenti.

La delibera di partenza, infine, risale al 1998, ma non è stata mai riattualizzata e i fondi non venivano in parte più spesi. Da oggi, inoltre, il contributo verrà versato direttamente al proprietario di casa, mentre prima i soldi arrivavano all'affittuario.

Converti (Pd): "Interveniamo prima che sia troppo tardi, non dopo lo sfratto"

Con questa delibera, spiega Converti, "interveniamo prima che sia troppo tardi, non a sfratto avvenuto. Perché nessuno deve rimanere senza un tetto sopra la testa".

In particolare, continua Converti, "ci riferiamo a chi vive fragilità sociali ed economiche, dalle donne vittima di violenza, dalle persone lgbtqia+, agli ex detenuti, ai padri e alle madri separati che perdono il diritto all'alloggio. Ci affidiamo al mercato privato ma chiediamo alle persone obbligatoriamente di presentare la domanda Erp (Edilizia residenziale pubblica). Per evitare che le persone, una volta finito il contributo, tornino in emergenza, sarà fondamentale la presa in carico del servizio sociale per uscire dalla precarietà".

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