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Come sarà la Città della Scienza di Roma: storia di un’opera (finora) incompiuta

Da decenni si parla di realizzare a Roma una Città della Scienza. La giunta Gualtieri ha votato una delibera che conferma l’intenzione di portare a compimento il progetto nell’area dell’ex caserma di via Guido Reni.
A cura di Enrico Tata
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Di opere progettate, abbandonate, ripensate e mai realizzate a Roma ce ne sono molte. Lo Stadio della Roma a Tor di Valle, per esempio, naufragato definitivamente, oppure la ‘Vela' dell'archistar Santiago Calatrava, uno scheletro di cemento nella piana di Tor Vergata. Da decenni si discute e si architettano soluzioni per realizzare una Città della Scienza nella Capitale e di recente la giunta capitolina guidata da Roberto Gualtieri ha approvato le linee programmatiche e di indirizzo per un progetto che sembrava anch'esso destinato a fallire, dopo ritardi e ripensamenti. Proposto dal sindaco Marino, non realizzato dalla sindaca Raggi, per una serie di motivi, il progetto della Città della Scienza è stato ripreso dalla nuova amministrazione capitolina. Il luogo è già deciso: l'area dell'ex caserma di via Guido Reni, quartiere Flaminio. Nei prossimi giorni verrà anche nominato un Comitato Tecnico-Scientifico che sarà presieduto dal fisico Premio Nobel, Giorgio Parisi. Per la verità anche la giunta Marino aveva istituito una commissione, in quel caso presieduta dalla scienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo e che si è riunita soltanto una volta.

La Città della Scienza di Roma: un'opera incompiuta da decenni

La Città della Scienza, nelle intenzioni del chirurgo genovese, doveva essere pronta per il 2020. Come detto, tuttavia, di questa opera si discute da anni, anzi da decenni. Il primo tentativo risale agli anni '80, quando fu proposta una Città della Scienza e della Tecnica nell'ex mattatoio di Testaccio con progetto affidato all'archistar Paolo Portoghesi. Altri progetti furono realizzati per aree nei pressi del Lungotevere e via Giulia, ma l'idea più nota ai cittadini è sicuramente quella che coinvolgeva il quartiere Ostiense e per la precisione l'area dell'ex gazometro. Di quel progetto mai realizzato resta il ponte della Scienza, che collega quella zona con Marconi. Purtroppo i costi altissimi di bonifica dell'area e lo spostamento dei fondi per il progetto, anch'esso naufragato, della città dello Sport a Tor Vergata, portarono all'abbandono di quest'opera. Giovanni Caudo, assessore alla Trasformazione Urbana della giunta Marino, propose di recuperare il progetto di una casa della scienza e propose la soluzione dell'ex caserma Guido Reni, ex "Stabilimento militare materiali elettronici e di precisione".

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Quando al Campidoglio è arrivata Virginia Raggi, la sua giunta ha approvato un piano di riqualificazione che riguardava l'ex caserma. Scrisse polemicamente il fisico Carlo Di Castro, professore emerito alla Sapienza e membro dell'Accademia dei Lincei: "Roma è una delle poche metropoli ad esserne priva di una Città della Scienza. Il progetto attuale invece, da quanto apprendiamo dai comunicati e dalla stampa (la Repubblica del18/12), destina solo il 3,5% dello spazio disponibile ad attività della collettività, alla “cultura scientifica” non meglio qualificata, a “una biblioteca di nuova generazione” (sic!). Il museo della scienza? Scomparso, vanificato dai reali bisogni dei cittadini, 35000 metri quadrati (63% dell’area!) di edifici residenziali in una zona ad alta densità di popolazione con edifici di otto-dieci piani, un albergo di necessità assoluta dei residenti coprirà un’area tre volte e mezzo l’area destinata alla collettività".

Le ultime novità: la delibera della giunta Gualtieri

Sulle sorti del museo, c'è stato anche un botta e risposta tra l'ex sindaco Marino e Virginia Raggi. L'ex primo cittadino scrisse di essere "molto rattristato, dispiaciuto e avvilito per le sorti del progetto”. Dopo poche ore arrivò la replica, sotto il post di Marino, dell'allora sindaca Raggi (che era impegnata in campagna elettorale): "Sono convinta che l’ex caserma Guido Reni debba ospitare il Museo della Scienza e che vada completato l’iter avviato in tal senso. Sono più esplicita: il tuo progetto è valido, tanto che in questi anni ho provato a portarlo avanti. Provato, perché qualcuno sta mettendo i bastoni tra le ruote. La Regione Lazio e il Partito democratico non lo vogliono e, di fatto, lo hanno bloccato. Ti spiego: abbiamo subito ripreso il tuo progetto a cui la conferenza dei sevizi ha imposto una revisione degli elaborati per problematiche diverse. Abbiamo approvato una delibera di giunta per gli interventi in variante nella primavera 2019 e poi c’è stato il via libera in Aula alla fine 2019. Poi tempi tecnici per osservazioni, controdeduzioni e pareri, lo abbiamo riportato in assemblea capitolina a fine 2020 per l’approvazione finale nella quale si confermava appunto la destinazione a Museo della Scienza. A dicembre 2020 è stato tutto inviato alla Regione Lazio. Quindi per me il progetto deve andare avanti. In tutto questo tempo, come amministrazione abbiamo continuamente sollecitato il rilascio e la firma dell’accordo per avviare la rigenerazione della struttura: lo scorso 8 luglio abbiamo inviato l’ennesima lettera alla Regione per chiudere il percorso. Questa settimana il Pd, attraverso una memoria della giunta del II Municipio, è uscito allo scoperto e ha detto esplicitamente che intende tornare indietro sul progetto internazionale. Con stima, Virginia”.

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In effetti il Municipio II, dopo anni di stop, aveva messo in campo un'altra serie di progetti per il riutilizzo dell'ex caserma di via Guido Reni. Intervenne su questo l'ex assessore Caudo: "Giusto che il Municipio metta l’attenzione sul nulla di fatto in cinque anni dalla Giunta Raggi. Ma da un errore non facciamone scaturire altri: c’è un progetto e ci sono le risorse, circa 40 milioni di extraoneri che Cassa depositi e prestiti versa al Comune per la valorizzazione dell’area. Manca solo un governo. In assemblea capitolina chiederemo di riattivare la commissione istituita da Ignazio Marino con Elena Cattaneo a presiederla per progettare i contenuti della Cittá della Scienza, che ricordo non è un museo ma un hub che dovrà mettere in rete le risorse dell’eccellenza scientifica già presenti a Roma. A Roberto Gualtieri, che pochi giorni fa ha accolto la proposta, chiedo un impegno preciso in questo senso”.

L'impegno, almeno formale, è arrivato. Con la delibera approvata qualche giorno fa, ha dichiarato Gualtieri, "rilanciamo l’importante progetto della Città della Scienza, per arrivare alla sua piena realizzazione. A breve istituiremo il Comitato Tecnico Scientifico e voglio ringraziare nuovamente il Professor Parisi per il suo straordinario impegno, che contribuisce in modo determinante a porre la scienza e l’innovazione al centro del futuro di Roma. Stiamo dando una visione organica, all’insegna della scienza, della cultura e dell’arte, a quest’area della città che potrà anche avvalersi del prezioso supporto del Senatore Renzo Piano, che ci sta aiutando a collegare le iniziative di riqualificazione che riguardano tutto il quadrante del Flaminio".

Come sarà la Città della Scienza di Roma

Nella delibera Roma Capitale "ribadisce e conferma la volontà e l’impegno alla realizzazione della “Città della Scienza". Dovrà diventare "un servizio culturale urbano altamente specializzato di esposizione, educazione e ricerca, che dovrà rappresentare tutti gli aspetti multidimensionali della scienza: logico/filosofico e metodologico, sperimentale, applicativo, storico sociale nonché svolgere un fondamentale ruolo aggregativo, sia per la comunità scientifica cittadina, offrendo luoghi di confronto e condivisione, sia per la partecipazione e l’ascolto del territorio, a servizio dei cittadini e delle strutture scolastiche, come luogo per la formazione-educazione e per l’apprendimento permanente".

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