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Colpisce in volto il tassista, arrestato lottatore MMA Alessio Di Chirico: “Ho sbagliato”

“Provo vergogna per quello che ho fatto, chiedo scusa a tutti”, le parole dell’atleta. Di Chirico è rientrato in Italia, ma nei suoi confronti resta l’accusa di lesioni aggravate.
A cura di Beatrice Tominic
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"È venuto verso di me per attaccarmi mettendomi una mano in faccia e ho reagito. L'ho colpito una sola volta, ci sono video che lo testimoniano", è quanto precisato da Alessio Di Chirico con un post pubblicato su Instagram nelle scorse ore dopo che, in vacanza nell'isola di Formentera, ha colpito in testa il tassista che lo aveva riaccompagnato poco prima in hotel dopo una lite. "Ho sbagliato e sono pronto a pagare le conseguenze del mio errore. Provo vergogna per quello che è successo".

A seguito di quanto accaduto, nella serata di domenica scorsa 21 maggio, è stato arrestato dalla Guardia civil a Es Pujols. Di Chirico, detto "Manzo" e attuale commentatore di Dazn, ha colpito il tassista dopo un diverbio nato a seguito della corsa in taxi: per fermare i due, secondo alcune testimonianze, sarebbe intervenuta la moglie. Dopo l'arresto è stato rilasciato a piede libero senza cauzione: dopo la colluttazione e l'arresto, è potuto tornare in Italia, dove ha fatto rientro ieri, ma deve rimanere a disposizione dell'autorità giudiziaria per il processo. Resta accusato di lesioni aggravate. Il tassista, invece, è stato trasportato d'urgenza in elisoccorso all'ospedale della vicina isola di Ibiza, dove dovrà sottoporsi ad un intervento chirurgico in viso, dove è stato colpito.

Cosa è successo: il post su Instagram

"Ora che sono a casa e la mia famiglia non è più in pericolo, è necessario per me fare luce sull'accaduto – ha scritto l'atleta sul post condiviso su Instagram – Siamo usciti dal ristorante dove avevamo cenato e abbiamo chiamato il taxi. Il conducente ha insistito per farmi mettere davanti lasciando i bambini sul sedile posteriore con mia moglie". La donna teneva già fra le braccia uno dei loro due figli che stava dormendo perché l'automobile era priva dei seggiolini necessari su cui far sedere i bambini durante il viaggio.

"Mio figlio ha sbattuto diverse volte la testa sul sedile di fronte a lui, in mancanza di un seggiolino adatto ai bambini e senza la presenza di un adulto che lo tenesse in braccio – ha continuato – Non avevo realizzato il rishcio che stavamo correndo quando abbiamo deciso di proseguire la corsa, ma durante il viaggio mi sono spaventato e preoccupato tanto da chiedere con insistenza all'autista di lasciarmi andare dietro". L'autista si sarebbe fermato in mezzo alla campagna, minacciando di lasciarli lì, "al buio, con i bambini che si sarebbero certamente impauriti e con il rischio di essere investiti": questa scena si sarebbe ripetuta un'altra volta, dopo l'ennesima richiesta dello sportivo.

"Ho pagato, abbiamo discusso verbalmente e ci siamo insultati, siamo scesi". Poi il colpo. "Ho smesso con lo sport un anno fa proprio per stare vicino alla mia famiglia, invece oggi per questo stesso motivo stanno arrivando minacce di morte a me e a mia moglie. Mi assumo ogni responsabilità nella maniera più netta possibile, accetto le critiche e mi scuso con le persone che ho deluso. Ma vi chiedo di lasciare fuori la mia famiglia da questa situazione", ha poi concluso.

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