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Covid 19

Cani riconoscono covid dal sudore, al via studio: “Usati nei grandi eventi al posto del test rapido”

Al Campus Bio-medico di Roma è partita la prima sperimentazione su cani addestrati che riconoscono il covid dal sudore. Se lo studio dovesse funzionare, potrebbero essere utilizzati nei grandi eventi al posto dei test rapidi. “Lo screening iniziale sarà così più rapido e molto meno costoso di un test rapido, passando da mezzora a 60 secondi”.
A cura di Natascia Grbic
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Cani addestrati per fiutare e riconoscere il coronavirus. Al Campus Bio-medico di Roma è partita la sperimentazione su quattro zampe addestrati per riconoscere chi è positivo al virus. Se lo studio dovesse andare in porto, i cani potrebbero essere utilizzati al posto dei test rapidi nei grandi eventi: allo stadio, ai concerti, alle manifestazioni. Un sistema più veloce e meno costoso per individuare in tempi brevi i positivi al coronavirus: il soggetto segnalato dal cane sarà sottoposto poi al tampone molecolare per verificarne la positività. Proprio come succede già con gli antigenici. Ma come funziona questo addestramento? "I composti organici volatili sono quelli che andiamo a imprimere nel cane: una volta che li riconosce, viene premiato – spiega a Fanpage.it Massimiliano Macera, conduttore cinofilo – Noi ci occupiamo di sicurezza e i primi cani che abbiamo impiegato per questo studio vengono dal mondo del lavoro, dall'antiesplosivo. In questi casi il cane segnala in modo discreto per non creare problematiche e noi abbiamo scelto lo stesso metodo".

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A Roma i primi cani anti-covid: lo studio al Campus Bio-medico

Cosa succede se il cane individua una persona potenzialmente positiva? "O si ferma e guarda il campione, oppure si mette seduto", specifica Macera. Per l'addestramento sono state inviate dai covid center di Roma alcune garze con sopra del sudore di persone positive al coronavirus. Queste vengono inserite in dei barattoli chiusi ermeticamente, infilate in un vano e a loro volta dentro un tubo. "Nella prima fase di addestramento il cane deve riconoscere la covid 19 annusando le garze – spiega Silvia Angeletti, responsabile del laboratorio Policlinico universitario Campus Bio-medico di Roma – Nella seconda fase, dovremo verificare se il cane sarà in grado di discriminare ai drive in chi ha il coronavirus e chi no. E alla fine incroceremo i dati per verificare lo studio". "L'obiettivo dal punto di vista epidemiologico ma anche sociale è arrivare a un punto in cui possiamo usare questa tecnica nei grandi eventi, allo stadio, ai concerti, agli aeroporti – dichiara Massimo Ciccozzi, professore ordinario di Epidemiologia e statistica del Policlinico universitario – Lo screening iniziale sarà così più rapido e molto meno costoso di un test rapido, passando da mezzora a 60 secondi".

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