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Covid 19

Boom di prestiti a strozzo durante lockdown: “Dove lo Stato non arriva, criminalità affonda la mano”

I commercianti annegano nei debiti a causa della crisi economica generata dalla pandemia da coronavirus. Non riescono a pagare le merci, gli affitti dei locali. E dato che non sempre gli aiuti dello Stato arrivano, a volte cedono e sono costretti a rivolgersi alle persone sbagliate. Quelle che danno prestiti e richiedono indietro i soldi con il 100% dell’interesse. E che sono abilissime nel rovinarti la vita.
A cura di Natascia Grbic
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"Nei momenti di difficoltà l'usura sta dietro l'angolo, perché se non c'è liquidità non ci sono i soldi per andare avanti, per pagare le merci. E così parli con un amico, che parla con un altro amico, e ti ritrovi a restituire 200mila euro per un prestito di 20mila. Noi non siamo più riusciti a pagare il mutuo di casa e siamo stati costretti a svenderla". Quello di cui stiamo parlando oggi, sono i prestiti a strozzo. Parole che negli anni si sono sempre sentite, associate a quelle di strozzini, usurai, criminalità organizzata. Pratiche violente che si legano strettamente alla crisi economica, e che si diffondono come un cancro quando le persone sono in difficoltà e hanno bisogno di liquidi. Le banche glieli negano, lo Stato è assente. E allora eccoli lì gli usurai, che arrivano nel negozio in giacca e cravatta promettendo soldi e liquidi imminenti. Ma insieme al denaro, consegnano anche un'interesse che spesso va oltre il 100%.

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La mano criminale nel tessuto economico

L'associazione Antiusura onlus si occupa di aiutare le persone vittime di usura. Da quando è cominciato il lockdown, le richieste di aiuto hanno registrato un incremento del 50%. Un numero altissimo, senza considerare tutte quelle persone che invece non hanno denunciato per paura e si trovano alla mercè degli strozzini. "Nel mese di marzo/aprile c'è stato un incremento di chiamate del 30% – spiega a Fanpage.it Luigi Ciatti, presidente dell'associazione Antiusura onlus – ad agosto le richieste hanno sforato il 50%. I periodi in cui una persona ha problemi di denaro, vive la vicenda come un tossicodipendente, quindi cerca disperatamente liquidità. Non fa attenzione, non ha la lucidità per capire che i soldi gli vengono dati con un cappio al collo. L'assenza di liquidità e la non sempre capacità dello Stato di aiutare le imprese, le aziende e le famiglie, ha creato terreno fertile per la criminalità. Siamo per questo molto contenti dell'iniziativa della Regione Lazio che prevede un aiuto per chi versa in queste situazioni. Ossia la possibilità di far accedere ai fondi di prevenzione quei soggetti che al momento hanno un'economia non in grado di pagare il costo o la rata del prestito".

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Usura aumentata durante il lockdown

Durante il lockdown gli usurai sono tornati ad angosciare i commercianti di Roma. "Si presentano come colleghi, dicono che hanno un negozio a piazza di Spagna o a piazza del Popolo – racconta un commerciante vittima di usura che preferisce rimanere anonimo – Sanno che le cose vanno male. E allora fanno un'offerta ridicola, dicono che sono interessati a comprare l'attività per 10, 15, 20mila euro. Uno sciacallaggio vero e proprio, nel quale una persona in un momento di difficoltà potrebbe cadere facilmente". A. è stato vittima dell'usura per anni, quando c'è stata la crisi del 2008. "Abbiamo chiesto un piccolo prestito, siamo arrivati a restituire una somma come 240mila euro. Dei signori si presentavano sistematicamente ogni sera e pretendevano l'incasso. Dovevamo darglielo se no diventavano violenti, ci minacciavano, è stato un incubo. Fino a che mia moglie non ha chiamato i carabinieri, questi signori sono stati identificati".

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