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Bimbo venduto ad Ostia, la mamma diciottenne ha chiesto di andarlo a trovare in ospedale

Ha diciotto anni la mamma del bimbo di Ardea che il papà ha cercato di vendere ai bagnanti sul lungomare Amerigo Vespucci di Ostia, per sesso in cambio di denaro. La donna, appreso l’accaduto, ha chiesto di poter andare a visitare il figlio in ospedale. Per l’affido la valutazione spetterà alla Procura Minorile.
A cura di Alessia Rabbai
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Foto di repertorio
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Ha chiesto di poter andare a trovare il figlio in ospedale la mamma del bimbo di tre anni, che il padre ha cercato di vendere ai bagnanti per sesso in cambio di denaro. La donna, diciotto anni, abita nel complesso Le Salzare di Ardea sul litorale a sud della capitale insieme al compagno. Una famiglia di etnia rom, tenuta insieme secondo quanto riferito dalla nonna paterna che abitava con i due giovani. Le Salzare è complesso in stato di abbandono, occupato da diversi anni da famiglie in grave emergenza sociale e in stato di bisogno, diventato anche un ricettacolo di diverse attività criminali.

La mamma, appreso l'accaduto, è in attesa di poter vedere il piccolo, incontro che avverrà in forma protetta e in presenza delle forze dell'ordine. Per poter accedere dovrà prima sottoporsi ai test per la ricerca del coronavirus. Lo ha spiegato a Fanpage.it un dirigente coinvolto in queste ore nelle verifiche e nelle indagini sul grave episodio.

Il ventitreenne, padre del bambino, si trova invece ristretto nel carcere di Regina Coeli, arrestato dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato Lido e dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma, intervenuti sul lungomare Amerigo Vespucci dopo la segnalazione di un bagnante. Nei suoi confronti pende l'ipotesi di sfruttamento della prostituzione minorile.

Il bimbo sta bene ma non parla

Il bimbo sta bene, le sue condizioni di salute sono buone, nonostante lo stato di denutrizione e le pessime condizioni igieniche in cui è arrivato domenica scorsa al pronto soccorso dell'ospedale G. B. Grassi di Ostia, dove si trova ancora sotto osservazione. Non parla, non dice neanche mamma o papà. I medici stanno cercando di capire se ciò sia dovuto allo choc subito o a qualche patologia pregressa. Probabilmente sarà dato in affidamento, anche se ancora non si conoscono i tempi delle procedure. Spetterà deciderli al magistrato di turno della Procura dei Minori, che dovrà valutare il da farsi. Da accertare infatti un eventuale coinvolgimento della mamma nella vicenda.

Ha collaborato Simona Berterame

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