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Bimbo di 6 anni maltrattato dalla maestra: “Lo legava alla sedia per farlo stare fermo”

Due anni da incubo per il piccolo, un bambino di sei anni: nei confronti della maestra, accusata di pesanti vessazioni, scatta il processo.
A cura di Beatrice Tominic
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Per due anni avrebbe trasformato la vita di uno dei suoi alunni in un incubo. È finita a processo una maestra di scuola elementare del quadrante sud ovest della capitale, con l'accusa di abuso dei mezzi di correzione nei confronti di un bambino della sua classe. "Lo legava alla sedia per farlo stare ferma, gli metteva una borsa al collo per farlo concentrare", fra i fatti contestati nei confronti della maestra che, ascoltata in aula, ha respinto tutte le accuse.

Maestra a processo per abuso di mezzi di correzione su un bimbo di 6 anni

"Mi sono rapportata a lui con dolcezza, mai maltrattato – queste le parole della maestra nell'aula di tribunale – Voleva stare al centro dell'attenzione, io glielo permettevo. Lo conosco dalla prima elementare, è sveglio, intelligente e vivace, incapace di stare fermo e zitto. Ma con lui ho sempre avuto ottimi rapporti", ha spiegato la maestra in aula nei giorni scorsi, davanti ai giudici, sottolineando di averlo sempre trattato con dolcezza.

Una versione che non combacia con l'accusa, secondo cui il bimbo sarebbe stato "vessato e mortificato" in più occasioni, come riporta il capo d'imputazione, per almeno due anni, dal settembre 2019 al febbraio del 2021. Tre episodi, più degli altri, avrebbero creato uno stato di ansia nel bimbo, costringendo la famiglia a chiedere aiuto a una specialista.

Bimbo maltrattato dalla maestra: cosa è successo

Nei due anni circa di maltrattamenti, come anticipato, sono stati tre episodi più gravi, che hanno avuto l'impatto peggiore nel piccolo. Una volta, secondo quanto denunciato, la maestra lo avrebbe legato con un laccio di stoffa alla sedia, con lo scopo di farlo stare fermo e poi gli avrebbe appeso una borsa al collo, per "concentrarsi". Lo avrebbe, infine, trascinato con forza fuori scuola e, davanti al bimbo in lacrime, avrebbe iniziato a lamentarsi del suo comportamento.

Per gli inquirenti "abusava dei mezzi di correzione di disciplina nei confronti di un alunno di sei anni e, pertanto, affidatole per ragioni di educazione, istruzione e vigilanza", un atteggiamento quello dell'insegnante che sarebbe stato reiterato in più occasioni, durante le quali il piccolo veniva mortificato in classe, davanti ai compagni e alle compagne. Non soltanto: un comportamento ostile al bambino anche fuori dall'aula di scuola, all'uscita dalle lezioni. Una condotta negativa per la salute e il benessere del bimbo che ha iniziato a vivere stati d'ansia e di insonnia, come accertato anche nella relazione clinica della psicologa che lo ha preso in cura dopo i fatti.

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