Aumentano i contratti ma diminuisce la stabilità, Cgil: “Lavoro nel Lazio sempre più precario”

È un mercato del lavoro in chiaroscuro quello che emerge dall’aggiornamento del rapporto annuale sulle comunicazioni obbligatorie elaborato dalla Cgil Roma e Lazio. Nel 2024 il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni resta positivo, ma rallenta nettamente rispetto all’anno precedente. A preoccupare, però, è soprattutto la qualità dell’occupazione: il lavoro stabile continua a essere marginale, mentre domina la precarietà.
"Il lavoro nel Lazio continua a essere sempre più precario e discontinuo", afferma in una nota stampa il Segretario Generale della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola. "I dati, che smentiscono la propaganda del Governo, mostrano gli effetti della legge di bilancio dello scorso anno e indicano che la manovra attualmente in discussione non migliorerà in alcun modo la situazione, perché non investe nella creazione di occupazione di qualità né nello sviluppo del Paese".
Saldo positivo, ma in forte rallentamento
Il saldo occupazionale – cioè la differenza tra contratti attivati e cessati – è positivo da dieci anni consecutivi. Nel 2024, però, la crescita si dimezza: dai quasi 60mila contratti in più del 2023 si passa a 27.510. Per il sindacato è il segnale di un mercato che perde slancio.
Va inoltre chiarito che più contratti non significano necessariamente più persone occupate: una stessa persona può attivare diversi rapporti di lavoro nello stesso anno. Nel 2024 il rapporto tra lavoratori coinvolti e numero di contratti scende leggermente rispetto al 2023, confermando un mercato frammentato e discontinuo.
Il tempo indeterminato resta un miraggio
Solo l’8% delle nuove attivazioni riguarda contratti a tempo indeterminato: meno di un’assunzione su dieci è stabile. È una tendenza in peggioramento continuo dal 2015. Guardando al saldo complessivo, il dato è ancora più netto: nel 2024 nel Lazio si sono persi quasi 40mila contratti a tempo indeterminato, mentre crescono le forme di lavoro precario.
Tra queste, una nota parzialmente positiva: aumentano del 2% i contratti di durata superiore all’anno. Restano però largamente predominanti quelli brevissimi, in particolare i contratti di un solo giorno, che rappresentano ancora il 35,2% del totale regionale. A trainare verso l’alto questa percentuale è Roma, dove nel 2024 i rapporti super-occasionali arrivano al 44%.
Occupazione femminile: qualche segnale, ma fragile
Cresce di un punto la quota femminile tra le nuove assunzioni, dal 47% al 48%. Resta però lontano il periodo precedente al 2015, quando le donne rappresentavano la maggioranza dei nuovi ingressi nel mercato del lavoro regionale.
Nel 2024 aumentano anche le assunzioni nella pubblica amministrazione, istruzione e sanità, che passano dal 26% al 29% del totale, a scapito dei servizi. Un dato che potrebbe essere legato allo sblocco dei fondi del PNRR.
"Questi numeri dovrebbero preoccupare le istituzioni locali", conclude Di Cola. "Serve una strategia per ridurre la precarietà e creare lavoro stabile, sicuro e dignitoso, soprattutto per le nuove generazioni. A Roma, dove si concentra circa il 75% delle nuove assunzioni del Lazio, è necessario aprire una discussione sul modello di sviluppo e sulla questione salariale, a partire da una conferenza cittadina sul lavoro".