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Antico Caffè Greco, nuovo tentativo di sfratto per lo storico bar. La proprietà: “Non è speculazione”

L’Antico Caffè Greco di via Condotti, istituzione romana dal 1760, rischia la chiusura. Lunedì l’ufficiale giudiziario atteso per lo sfratto dopo anni di battaglia legale tra proprietà e gestori.
A cura di Francesco Esposito
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caffè greco

È aperto dal 1760, ma oggi, dopo 265 anni, potrebbe chiudere l’Antico Caffè Greco di via Condotti, nel centro storico di Roma. Lunedì 22 settembre 2025 alle 10.30 l’ufficiale giudiziario dovrebbe presentarsi alla porta dello storico bar per intimare lo sfratto ai gestori. Una nuova puntata della vicenda giudiziaria che da anni contrappone la proprietà, l’Ospedale Israelitico, alla famiglia che ha portato avanti il locale negli ultimi tempi.

All'86 di via Condotti dovrà restare il Caffè Greco

Il contratto di affitto è scaduto nel 2017. Nel luglio 2024 la Corte di Cassazione ha chiuso la causa dando ragione alla fondazione proprietaria, che avrebbe quindi potuto riprendere possesso dei locali. L’86 di via Condotti, però, non potrà essere snaturato. Dal 1953 è sottoposto a un vincolo storico-culturale, che impone che lì non possa esserci altro che il Caffè Greco.

I gestori, Carlo Pellegrini e Flavia Iozzi, marito e moglie, sono riusciti a far rinviare lo sgombero per tre volte. La prima il 20 febbraio 2025, la seconda il 29 luglio e poi l'1 settembre scorso. La loro volontà è quella di trovare un accordo per restare alla guida dello storico caffè. "Questa storia non finisce e il rischio è che ognuna delle parti metta il proprio veto, con il locale che rischia di restare chiuso ancora a lungo", aveva dichiarato Pellegrini dopo l’ultimo rinvio. Intanto hanno portato via il mobilio e gli arredi, a loro detta per salvaguardarne lo stato. Per questo, però, sono stati denunciati. All’agenzia Adnkronos l’avvocato Ugo Limentani, che assiste la proprietà, aveva chiarito: "C’è un vincolo di inamovibilità su mobili e quadri, quindi devono essere restituiti alla loro sede".

Antico Caffè Greco, la proprietà: "Un nuovo affitto per salvare l'Ospedale Israelitico"

Pellegrini e Iozzi hanno anche dichiarato di aver fatto delle offerte per un affitto più alto pur di mantenere la gestione del caffè. L’Ospedale Israelitico, tramite il Messaggero, ha ricordato che il canone del contratto scaduto era di 18mila euro. Oggi il valore sarebbe molto più alto, anche cinque volte tanto, e un nuovo affitto a prezzo di mercato è considerato fondamentale per le casse della proprietà. «Lo sfratto è fondamentale per il futuro dell’Ospedale, non c’è alcuna speculazione», ha commentato al quotidiano il commissario straordinario Antonio Maria Leozappa. "Tutte le risorse servono ad attuare il concordato, che può garantire la continuità assistenziale ai pazienti insieme al pagamento degli stipendi di medici e infermieri, nonché dei creditori. Il rispetto dell’identità del Caffè Greco, che esisteva prima dell’ultima gestione, sarà un vincolo inderogabile anche per la prossima".

L’Antico Caffè Greco è un’istituzione di Roma dal 1760. A due passi da piazza di Spagna, fino alla chiusura temporanea per la disputa legale era una meta per turisti di tutto il mondo. Già dalla fine del Settecento, però, è conosciuto come caffè letterario. Musicisti, scrittori, poeti e pittori hanno frequentato le sue sale. Il primo a renderlo celebre fu il tedesco Johann Wolfgang Goethe. Il drammaturgo russo Nikolaj Gogol vi scrisse parte della sua opera Anime morte. E poi ancora Byron, Andersen, Schopenhauer, Wagner, D’Annunzio, Leopardi. Il futuro del Caffè Greco, invece, resta ancora incerto.

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