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“Al Museo dei Bambini 60 euro per 2 ore e non mi facevano uscire a prendere un pannolino per mio figlio”

“Ho speso 60 euro per neanche due ore. Dovevo prendere un pannolino in auto, ma non mi hanno fatto arrivare al parcheggio: praticamente eravamo in gabbia”, ha raccontato un papà a Fanpage.it.
A cura di Beatrice Tominic
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Explora, il museo dei bambini. Foto da Google Maps.
Explora, il museo dei bambini. Foto da Google Maps.

Questa storia ci è stata raccontata da un lettore. Se anche tu sei stato protagonista di una vicenda simile, puoi raccontare la tua esperienza qui.

"Eravamo al Museo dei Bambini di Roma, mio figlio stava male, volevo uscire a prendere un ultimo pannolino che avevamo in macchina per cambiarlo. Ma non mi hanno fatto uscire. E siamo dovuti andare via prima. In pratica abbiamo pagato 60 euro per un'oretta scarsa". Queste le parole di un papà che ha deciso di raccontare a Fanpage.it l'accaduto.

Stavolta la vicenda è avvenuta da Explora, al Museo dei Bambini di Roma, dove i più piccoli possono mettersi alla prova facendo attività da adulti. E così, fra una spesa al supermercato e un salto sul camion dei pompieri, una famiglia ha dovuto fare i conti con le politiche del museo che non permettono a nessuno di uscire e poi rientrare dallo stabile.

"In pratica siamo stati chiusi in gabbia. Mio figlio stava male, sapevamo di avere un ultimo pannolino nell'automobile che, fra l'altro, era in sosta nel parcheggio del museo. Ho chiesto se ci fosse un modo per uscire e rientrare, come un braccialetto o un timbrino – continua – Mi hanno detto che non era possibile. Una volta usciti, si abbandona la struttura. Non volevo uscire per fumare una sigaretta, ma per aiutare il mio bambino. Hanno detto che è per il numero chiuso: ma se esce una persona e poi rientra una sola persona, non dovrebbe andare bene lo stesso?", si chiede.

"Ho chiesto di parlare con un responsabile e anche da loro ho ricevuto la stessa risposta. Non soltanto: hanno iniziato a controllarmi a vista. Pensavano forse che sarei uscito da un'uscita di emergenza? Ma con chi hanno a che fare?", chiede ancora.

"Quando ho letto della vicenda al parco acquatico ho pensato: Mannaggia, ma allora è una cosa comune! Io mi sono sentito proprio in gabbia ", continua.

"Non era la prima volta che venivamo al Museo. I bambini si divertono tanto quando sono qui. Così quando la più grande ha portato a casa la pagella con ottimi voti le abbiamo chiesto cosa volesse per regalo. E ci ha chiesto di portarla al museo. Non ci aspettavamo, lei neanche, di restare dentro così poco – ricorda – Abbiamo prenotato. Dovevo soltanto prendere un pannolino. Non potevo lasciare la mia compagna sola con i bambini, in un museo così grande può essere difficile da gestire. E poi anche io volevo trascorrere un pomeriggio con i miei figli. Ma mi hanno rovinato il pomeriggio", sottolinea.

"Abbiamo detto ai bambini che saremmo ritornati a casa prima. Ovviamente hanno pianto, ci hanno chiesto perché. Ci siamo appoggiati una decina di minuti ai giochini fuori dal museo. Il tempo di riprendersi e siamo tornati a casa", ribadisce a malincuore.

"Mancava un'ora all'uscita. In pratica stavamo dentro da appena metà turno. Che potevo fare? Restare dentro con il bambino sporco o uscire e poi aspettare fuori la mia famiglia. Sto qua, sto al parcheggio vostro, prendo un pannolino, rientro e cambiamo il bimbo, ma mi hanno detto che non potevo farlo, che le loro regole sono molto rigide. Mi sono sentito proprio trattato male, come consumatore. Manca elasticità. Era la terza volta al museo per noi. Naturalmente sarà anche l'ultima".

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