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Al Gemelli pronto soccorso pieno di pazienti Covid: “Il picco arriverà solo tra 10 giorni”

Il professor Francesco Franceschi, direttore della UOC Medicina D’Urgenza del Policlinico Gemelli di Roma ai microfoni di Fanpage.it.
A cura di Enrico Tata
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Al Pronto Soccorso del Policlinico Gemelli, una delle strutture sanitarie più grandi di Roma, "abbiamo osservato un deciso aumento del numero di pazienti in quest'ultima settimana. Abbiamo avuto molto lavoro nel percorso febbre e il picco, probabilmente, ci sarà soltanto fra una decina di giorni". Così ai microfoni di Fanpage.it il professor Francesco Franceschi, direttore della UOC Medicina D'Urgenza del Gemelli. "Abbiamo avuto moltissimi pazienti positivi a Covid con sintomi respiratori e anche diversi pazienti in cui il Covid è stato rilevato incidentalmente. Cioè pazienti che, per esempio,  sono arrivati con una frattura di femore e che poi risultavano positivi al tampone. Quando aumenta la circolazione del virus, la percentuale di casi, incidentalmente può accadere che un paziente con altre patologie venga contagiato e risulti positivo".

Al Gemelli pronto soccorso in difficoltà per l'aumento di pazienti Covid

La situazione al pronto soccorso del Gemelli è complicata. "Ieri mattina, per esempio, avevamo 18 pazienti in attesa di ricovero che siamo riusciti a smaltire attraverso il nostro Covid hospital e attraverso la rete regionale. Stamattina ne avevamo 10 e ci aspettiamo un ulteriore incremento dei casi nei prossimi giorni, perché purtroppo i periodi di festa non hanno aiutato in questo senso, hanno sicuramente favorito i contagi: c'è stato infatti un incremento della socializzazione che ha causato e causerà un incremento del numero di contagi".

Il pronto soccorso del Gemelli è affollato in questi giorni, purtroppo per Franceschi si tratta di un effetto tipico degli eventi epidemici e pandemici "in cui si ammalano tante persone tutte nello stesso momento. Questa è la difficoltà: arrivano molti pazienti al pronto soccorso tutti insieme e quindi c'è difficoltà nel gestire un numero così alto di malati e, di conseguenza, a ricoverarli. Ci vuole un numero di letto molto elevato per gestire questi pazienti, ed è questo che sta mettendo un po' in crisi i pronto soccorso". In questo momento, continua il direttore, "è tutto un po' rallentato: sono rallentate le fasi di ricovero sia per i pazienti Covid che per i non Covid e i pazienti purtroppo passano più tempo in pronto soccorso. Per i motivi che dicevo prima, quando arriva un numero elevato di pazienti contemporaneamente a bordo delle ambulanze ed essendo questi pazienti contagiosi, occorre tenerli in isolamento, non possiamo metterli in sala d'attesa tutti insieme e in queste condizioni l'unico luogo di isolamento è proprio l'ambulanza stessa. Per questo il mezzo viene bloccato finché non riusciamo a far scendere il paziente".

Picco fra 10 giorni, in terapia intensiva quasi tutti pazienti no vax

In pronto soccorso "arrivano pazienti di tutte le età, molti tra i 50 e i 60 anni. Sicuramente prevalgono i non vaccinati soprattutto tra i pazienti che necessitano ricoveri in ambiente intensivo o subintensivo. In queste condizioni quasi tutti sono non vaccinati". Il picco degli arrivi in pronto soccorso si potrà osservare, secondo il professor Franceschi, tra circa 10 giorni: "Ci aspettiamo che il picco arrivi fra dieci dodici giorni e poi speriamo che dal 15 gennaio circa ci sia una stabilizzazione o meglio ancora un piccolo decremento".

I sintomi della variante Omicron

Per quanto riguarda la variante Omicron, "essa si è rivelata molto più contagiosa di Delta, ma d'altra parte ci ha fatto osservare una riduzione nel numero di ricoveri, o almeno così ci stanno dicendo i dati inglesi. L'effetto di Omicron si noterà in Italia più avanti, ma progressivamente stiamo osservando un incremento di questi casi che presentano un periodo di incubazione più corti, sintomi legati alle vie respiratorie alte come cefalea, raffreddore, mal di gola. Dai sintomi, ovviamente, è molto difficile capire che tipo di variante abbiamo di fronte, ma una piccola variazione in questo senso c'è già".

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