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La morte di Gina Lollobrigida

Addio a Gina Lollobrigida: le liti con il figlio Milko e il processo al factotum Piazzolla

Morta Gina Lollobrigida, aveva 95 anni. Negli ultimi 10 anni è stata coinvolta in una lunga battaglia legale fra suo figlio Milko e il factotum Piazzolla, accusato di circonvenzione di incapace.
A cura di Beatrice Tominic
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È morta oggi all'età di 95 anni Gina Lollobrigida. Nata a Subiaco nel 1927, la grande protagonista del cinema italiano negli ultimi anni ha fatto parlare di sé per le discordie familiari che sono con concluse con un processo ai danni del factotum della diva, Andrea Piazzolla, rinviato a giudizio per circonvenzione di incapace. Secondo l'accusa, rappresentata dai familiari di Gina Lollobrigida e, in particolare, il figlio e il nipote, Milko e Dimitri Skofic, il manager avrebbe a poco a poco derubato la diva di più di tre milioni di euro fra beni, immobili, denaro e persino un'automobile Jaguar a fronte di quello che, secondo alcuni, sarebbe un patrimonio da 215 milioni di dollari.

Il presunto furto di Piazzolla a Gina Lollobrigida

Secondo quanto riporta l'accusa, il furto sarebbe avvenuto a partire dal 2013 per i cinque anni successivi, fino al 2018. In questi anni Piazzolla avrebbe sottratto a Gina Lollobrigida oltre tre milioni di euro complessivi, fra contanti e beni a cui si aggiungono suppellettili e arredamento per 300mila euro. Così, secondo quanto denunciato, l'ex manager si sarebbe approfittato della fragilità della donna per sottrarle i suoi averi. Con Piazzolla, a processo è finito anche Antonio Salvi, accusato di aver fatto da intermediario con una casa d'aste per la vendita di circa 350 beni di proprietà della Lollo.

Le indagini sono partite proprio nel 2018, a seguito dell'ultima denuncia presentata dall'amministratore di sostegno di Gina Lollobrigida che aveva scoperto che i beni dell'attrice erano in vendita in una casa d'aste. Secondo l'accusa, l'ex factotum della diva e il suo assistente avrebbero venduto i beni per poi godere del denaro ricavato dalla vendita.

Il giudice tutelare che gestisce il patrimonio di Lollobrigida

La situazione, nel 2021, ha convinto il Tribunale ad assegnarle un giudice tutelare che potesse gestire i suoi beni.

"Hanno deciso di farmi morire in modo ignobile, neanche come si farebbe con i delinquenti: in un Paese civile non è tollerabile che avvengano dei soprusi così gravi e ingiusti", aveva commentato Gina Lollobrigida quando ha scoperto che "su richiesta dell'amministratore di sostegno ed a sua insaputa, è stato emesso un provvedimento dal Giudice Tutelare, in forza del quale l'amministratore di sostegno è stato autorizzato a prelevare dalla abitazione della stessa tutti gli oggetti preziosi, tra i quali, espressamente indicati, ‘gioielli, quadri, suppellettili, mobili, lampadari e altro', affinché vengano riposti in un caveau o in deposito a pagamento".

La donna non ha mai tollerato la figura del giudice, tanto che, tramite il suo avvocato, ha presentato un'istanza di revoca: "Le devono essere restituiti il suo patrimonio e la sua libertà", aveva spiegato il legale della diva, Antonio Ingroia.

La battaglia legale fra la famiglia il factotum Piazzolla

Nel frattempo la battaglia legale fra figlio e nipote contro il factotum è continuata, davanti al tribunale e nelle pagine dei giornali. Secondo quanto dichiarato dal figlio della Lollo, Pezzolla avrebbe avuto un'influenza particolare su sua madre: "Dopo averlo conosciuto, mia madre è cambiata. Si è approfittato di una sua debolezza: ho deciso di denunciare perché mia madre è diventata fuori controllo", aveva rivelato Milko Skofic.

"I nostri rapporti erano buoni, lei era felice di stare con me e mio figlio, poi è arrivata una fattura per l’acquisto di un'automobile da 120 mila euro da una sua società di cui Piazzolla era diventato amministratore, ma a lei non erano mai interessate le automobili –  ha sempre sostenuto – È stato allora che ho iniziato le pratiche per l'amministratore di sostegno: volevo una persona super partes che gestisse i soldi di mia madre, ma lei si è arrabbiata e i nostri rapporti si sono rotti. Sosteneva che Piazzolla fosse un santo, intelligentissimo, mentre io ero un nemico che voleva rovinarla".

La versione sostenuta da Piazzolla è sempre stata diversa: "Non sono stato io ad impedirle di vedere il figlio, era lei che non voleva – ha spesso dichiarato – Poi si è allontanata anche dal nipote per alcune foto sui social che lo ritraevano mentre aveva rapporti sessuali con delle ragazze". In una battaglia giudiziaria in cui poco ha potuto dire Gina Lollobrigida, ancora una volta, resteranno la famiglia e Piazzolla a contendersi la verità.

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