Duplice omicidio al Pigneto, spunta l’identikit del killer assoldato dalla mafia cinese

Non si arrestano le indagini sul duplice omicidio avvenuto la sera di lunedì scorso a Roma, nel quartiere Pigneto. Gli inquirenti continuano la ricerca del killer che ha freddato Zhang Dayong, anche noto come Asheng, personaggio noto nella mafia cinese come braccio destro del boss Naizhong Zhang, l'Uomo Nero, che gestiva le bische clandestine a Roma, ma anche giri di usura e prostituzione e della compagna, Xiaoquing Gong che si trovava insieme a lui quella sera.
Per fare cercare di risalire al killer, probabilmente assoldato dalla mafia cinese per eliminare il luogotenente della Triade, chi indaga sta passando al vaglio le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona. Utile, in seguito, anche il confronto con un identikit stilato da un testimone chiave che avrebbe assistito all'esecuzione in via Prenestina.
L'identikit: chi è l'uomo assoldato dalla Triade che ha sparato al Pigneto
Secondo chi indaga, la testimonianza che ha portato a stilare l'identikit del killer assoldato dalla mafia cinese per il duplice omicidio del Pigneto sarebbe attendibile. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, con ogni probabilità, si tratta di una persona di nazionalità cinese, alta poco più di un metro e sessanta. Per introdursi nel palazzo in cui si trovava la coppia, il killer avrebbe citofonato a diversi inquilini dello stabile senza rispettare quella che è la "regola del silenzio". Nonostante questo secondo gli inquirenti, coordinati dai pm della Dda di Roma Alessandra Fini e Stefano Opilio, si tratterebbe di un professionista. Ora al vaglio di chi indaga si trovano le videocamere per cercare di ottenere qualche dettaglio in più utile nelle ricerche.
La Triade fra Prato e Roma: chi era Asheng
Nel frattempo gli inquirenti si trovano davanti l'arduo compito di ricostruire quanto avvenuto negli ultimi anni nell'ambito della Triade, la mafia cinese che, ormai, si è radicata anche nel nostro Paese. Documenti dettagliati stilati dalla Procura di Prato, cittadina che pullula di imprenditori provenienti dal Sol levante attivi nel settore tessile, risalgono al 2018, quando erano state disposte decine di arresti per associazione mafiosa (416 bis). Dal periodo che precedere il Covid, però, sembra non ci siano stati aggiornamenti.
Il movente: perché sono stati uccisi Asheng e la compagna
L'Antimafia toscana aveva già citato Asheng fra il 2010 e il 2018, accusandolo di aver "creato, organizzato e comunque fatto parte di un'associazione di tipo mafioso operante nel territorio di Prato, Firenze, Roma e anche in stati esteri come Francia e Germania". Un nome noto, anche per essere braccio destro di un boss, in quella che si presenta come un'associazione attiva estorsioni, usura, esercizio abusivo del credito, gioco d’azzardo, traffico di droga, prostituzione e altri reati.
Resta da sciogliere il giallo del movente: non si esclude che possa essersi trattato di una vendetta per il pestaggio a persone vicine ad un altro boss, attivo all'Esquilino o che possano esserci collegamenti con il riciclaggio di denaro tramite una società già nota alla Guardia di Finanza romana. Anche per questo gli inquirenti vogliono cercare di chiarire il tragitto percorso quella sera da Asheng.