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Cinesi conquistano il business delle droghe sintetiche a Roma: arrivano nei peluche per i bambini

La seconda maxi inchiesta della direzione distrettuale antimafia nel giro di pochi giorni dopo quella di Venezia. Non solo prostituzione e bische clandestine, ma anche sostanze stupefacenti dagli effetti devastanti. È la nuova frontiera delle mafie orientali, che sfruttando i canali social del Dark Web, per spacciare droga.
A cura di Emilio Orlando
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Dalle telefonate e dai messaggi intercettati dai carabinieri, i quarantasette narcos cinesi, finiti in manette, sembravano pusher che avessero "studiato" dalla malavita romana. Soprannomi e nomi in codice per indicare la quantità di droga che si voleva acquistare erano molto simili a quelli che si utilizzano comunemente nelle piazze di spaccio delle periferie romane. "Ciccio", "Sandrino", "Gatto dalla faccia grande", "Il greco", "Lulù", "Aquila" ed "Elefante" erano solo alcuni degli alias che usavano, Liuiyng Hu, Haixu Chi, Xiaoyun Huang, Fu Chen, Gang Chenc, Sai Zhang, tutti indagati nell'inchiesta della Procura di Roma della Direzione Distrettuale Antimafia, che ha portato all'arresto di 47 cittadini cinesi, filippini e italiani di cui 19 in carcere, 16 agli arresti domiciliari e 12 con divieto di dimora.

Per la prima volta in Italia collaboratore di giustizia cinese

Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal giudice per le indagini preliminari, Simona Calegari, notificata questa mattina all'alba agli indagati che risiedono tra Roma e Prati, in Toscana, emerge tutta la pericolosità del gruppo criminale, ben inserito nel tessuto dell'imprenditoria cinese, ma che a tratti a mostrato anche contatti con italiani che si affidavano ai pusher cinesi per acquistare dosi di shaboo, yaba, ketamina che si potevano consumare con prostitute connazionali degli spacciatori. L'indagine, durata da settembre 2021 fino a luglio 2022, in cui i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Roma Centro, hanno utilizzato, per la prima volta in Italia, un collaboratore di giustizia cinese, che ha permesso di squarciare quel velo di omertà che avvolge le comunità orientali e che ha reso possibile anche la traduzione delle conversazioni intercettate in lingua.

La droga nascosta nei peluches per bambini

L'importazione internazionale, avveniva come si svolge normalmente il trasporto dell'oggettistica cinese. In questo caso, nascondevano i carichi di droga nei peluche per bambini. Infatti durante i riscontri, i carabinieri hanno bloccato un pacco destinato a Roma ma proveniente da Atene, che conteneva un peluche incartato in una confezione dotata di doppio rivestimento oppure un altro, in transito in Germania, all’interno del quale le autorità tedesche hanno rinvenuto dello shaboo nascosto in alcune confezioni di alimenti.

Il quartier generale romano era la discoteca City Dream

Il gruppo, infatti, si legge nell'ordinanza di custodia firmata dal gip Calegari, è gravemente indiziato di avere stabilito un solido canale di approvvigionamento con la Grecia potendo contare della presenza, sul territorio ellenico, di due connazionali cinesi (destinatari di Mandato d’Arresto Europeo) capaci di far giungere in Italia ingenti quantitativi di stupefacente attraverso corrieri, imbarcati su voli di linea, oppure tramite spedizioni postali internazionali. Il quartier generale romano dell'organizzazione era la discoteca "City Dream" di via Ruderi di Torrenova 55, a Giardinetti, tristemente nota alle cronache per essere stata nel 2015, teatro di una sparatoria dove vennero feriti due giovani di uno uno quattordicenne.

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