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Federica Bertocchini fa scoperta storica contro l’inquinamento ma non le rinnovano il contratto

Federica Bertocchini è una ricercatrice italiana che fino a due settimane fa lavorava a Santander, in Spagna: non le è stato rinnovato il contratto malgrado abbia scoperto un verme in grado di “mangiare” la plastica.
A cura di Davide Falcioni
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Di lei si è parlato in ogni angolo del mondo appena un mese fa: Federica Bertocchini – piombinese di 49 anni che vive a Santander, in Spagna – è diventata celebre per aver scoperto un piccolo verme in grado di ingerire la plastica. Una scoperta a suo modo rivoluzionaria per l'ambiente che però, a quanto pare, non è stata sufficiente a garantirle il lavoro: dallo scorso primo maggio, infatti, è costretta a vivere accontentandosi di un assegno di disoccupazione da mille euro. "Sì – spiega a Il Tirreno – sono senza contratto e penso che ci rimarrò ancora per un po’ di mesi visto che in Spagna le cose si muovono abbastanza lentamente e se non bandiscono dei concorsi pubblici, è difficile lavorare nel mondo della ricerca". Malgrado ciò, la ricercatrice sembra intenzionata a non perdersi d'animo e continua a frequentare l’Istituto di biomedicina e biotecnologia elogiando, comunque, gli ammortizzatori sociali spagnoli. "Basta compilare dei fogli – spiega – e scatta subito il sussidio. Spero comunque di trovare altro, magari fra sei mesi esce un concorso e riesco a vincerlo. Chissà…".

Fa bene a non perdersi d'animo la scienziata toscana, dal momento che – in ogni caso – la sua scoperta potrebbe avere implicazioni estremamente importanti. Il baco che “ingerisce” la plastica, infatti, è capace di scindere il legame chimico che forma il polietilene, il materiale che popola ogni discarica e che, soprattutto, è ormai presente in misura esagerata nei mari e negli oceani. Giocattoli, imballaggi, bottiglie e molto altro ancora: il polietilene è in tutto ciò che utilizziamo ogni giorno e smaltirlo, per l’ambiente, è un problema.

Come spesso è accaduto per altre importanti scoperte, quella del "baco" è stata del tutto casuale: "I ricercatori – spiegavamo in un articolo il mese scorso – tenevano infatti questi bruchi all'interno di sacchetti di plastica che però risultavano bucati: questi insetti avevano mangiato il 13% della massa della plastica in soli 14 giorni. Biodegradazione in corso. Ciò che ha sorpreso ancora di più gli scienziati è che l'insetto è in grado di biodegradare la plastica trasformandola chimicamente in glicole etilenico, che noi conosciamo come anticongelante".

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