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Renzi: “Sono il segretario del più grande partito europeo, non mi vergogno della mia gente”

Il segretario del Partito Democratico risponde ai lettori de L’Unità su lavoro, minoranza interna, Expo e scelte sulla Rai.
A cura di Redazione
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Torna a parlare dei temi all’ordine del giorno della politica Matteo Renzi, rispondendo alle lettere dei lettori de L’Unità nella speciale rubrica del giornale del PD. Il Presidente del Consiglio sceglie innanzitutto di affrontare la questione del dibattito interno al partito, aperto dalla lettera di Sergio Staino a Gianni Cuperlo (cui è seguita una risposta pubblicata proprio oggi sempre su L’Unità). La sua posizione è chiara: nessun intervento diretto in una discussione che considera interessante, ma allo stesso tempo l’orgoglio per aver riportato L’Unità in edicola e una chiara rivendicazione dei meriti del suo Governo.

E l’elenco delle cose fatte è lungo, nella lettura del Presidente del Consiglio:

In questo primo anno di segreteria/governo siamo entrati nel Partito Socialista Europeo, abbiamo restituito dieci miliardi di euro a chi guadagna meno di 1.500 euro con i famosi 80 euro, abbiamo abbassato le tasse sul lavoro, messo 400 milioni sulla non autosufficienza, 100 sugli asili nido, molte risorse per la lotta alla epatite, abbiamo aumentato il numero dei lavori stabili con contratti di lavoro meno precari, abbiamo fatto una legge elettorale che toglie il rischio di tentazioni neocentriste, abbiamo ottenuto in Europa per la prima volta un impegno sulla flessibilità contro le rigidità dell’austerity, abbiamo introdotto o reintrodotto falso in bilancio, divorzio breve, il reato di autoriciclaggio, gli accordi fiscali con Svizzera e Vaticano per riportare a casa i soldi di chi se ne era andato, aumentato le pene contro corruzione e mafia, recuperato oltre il 7% dell’evasione, abbiamo votato la legge sui reati ambientali, abbiamo investito finalmente nella cooperazione internazionale, abbiamo aumentato i soldi per il sociale

Nello specifico, sulla questione del lavoro Renzi spiega di considerare “molto incoraggianti” i primi riscontri del Jobs Act: “Non è un immaginario quadro roseo, ma una prima tendenza, reale e consistente, su cui costruire e lavorare ancora”.

C’è poi spazio per una valutazione particolarmente significativa sulle scelte fatte per il Consiglio di amministrazione della Rai. Renzi prima di tutto contesta la “retorica della società civile da contrapporre al partito (come se il Pd fosse la società incivile)” e ricorda che per anni nel cda si sono “scelte persone non esperte di comunicazione che avevano come grande merito essere appoggiate da movimenti e associazioni di società civile”. Una linea che Renzi giudica fallimentare e proprio per questo il Pd ha inteso scegliere “professionisti capaci nel mondo della comunicazione, dell’informazione, della cultura”.

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