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Renzi: “Entro il 10 giugno la riforma del Senato”

Il premier: “Io non sono presidente del Consiglio perché ho vinto un concorso. Se non posso fare le cose, se hanno bisogno di una che ‘abbuia’, che nasconde allora si prendano un altro. Per adesso le cose le stiamo facendo, come gli 80 euro”.
A cura di D. F.
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La riforma del Senato? Entro il 10 giugno. A dirlo è stato il primo ministro Matteo Renzi, intervenuto nella trasmissione Porta a Porta. "Io non sono presidente del Consiglio perché ho vinto un concorso. Se non posso fare le cose, se hanno bisogno di una che ‘abbuia', che nasconde allora si prendano un altro. Per adesso le cose le stiamo facendo, come gli 80 euro". Il Presidente del Consiglio ha poi annunciato che il 2 maggio il governo firmerà l'atto sulla scuola, sbloccando 244 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici. Inoltre "domani in Consiglio dei ministri presentiamo con il ministro Marianna Madia i provvedimenti che noi proponiamo alla pubblica amministrazione, con un metodo un po' diverso dal solito: ci saranno molte cose che faranno discutere, dalla giustizia amministrativa – cambierà il meccanismo della sospensiva al Tar, che avrà meno spazio – alla licenziabilità dei dirigenti", che potranno avere contratti a tempo determinato. Lo scopo è "beccare i fannulloni e premiare i bravi" ma "non c'è il tema degli esuberi" perché "nessuno sarà licenziato".

Il premier ha quindi affermato che le prossime elezioni europee non saranno un sondaggio su Grillo e, parlando di Berlusconi, ha detto: "Vedo che in questi giorni di ritrovata vivacità, gira la battuta del simpatico tassatore. Lo ringrazio per il simpatico, ho dubbi di esserlo ma certo non sono un tassatore". Renzi ha fatto riferimento al bonus di 80 euro. Soldi che "non derivano dall'aumento dal 20 al 26 per cento sulle transazioni finanziarie. Le uniche che pagheranno le tasse saranno le banche".

Sul tema delle riforme in mattinata il Presidente del Consiglio aveva detto ai senatori del PD: "Fare veloce è l’unico modo per dare un segnale di credibilità in Italia e in Europa. Sulle riforme faremo tutti gli sforzi, fino all’ultimo giorno, per trovare un punto comune. Se non si trova una sintesi sono pronto a fare un passo indietro. A tutti i costi non ci sto”.

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