142 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Renzi detta l’agenda a Letta: “Gli offro un patto di un anno”

Ad una settimana dalla elezione del nuovo segretario del Partito Democratico Matteo Renzi torna ad incalzare Enrico Letta.
A cura di Redazione
142 CONDIVISIONI
Immagine

"Il Governo delle Larghe Intese non c'è più. Ora c'è una maggioranza di emergenza, diversa dalle larghe intese e diversa da che ha i numeri per fare le cose che da anni si dicono e non si fanno". Così scrive Matteo Renzi nella sua newsletter indirizzata a militanti e simpatizzanti, spiegando tra l'altro quali siano gli impegni che intende prendere con coloro che lo appoggeranno nel voto di domenica prossima: "Chi mi vota, non vota per me. Non vota solo per me. Vota per un pacchetto di proposte specifiche. Chi vota per me vota per una riforma della politica che consenta di risparmiare 1 miliardo di euro sui 2,5 miliardi. Che rottama le indennità di Senato e Province, riduce costi e posti. […] Chi vota per me vota per una riforma del lavoro dove si semplifichino le norme per attrarre investimenti e semplificare la burocrazia, si rivoluzioni il sistema della formazione professionale, si investa sulle politiche attive per il lavoro".

Concetti ribaditi con forza nel corso di una lunga intervista concessa a Repubblica, nel pieno della campagna elettorale per le primarie (oggi Cuperlo sarà a Napoli e Civati a Bologna). Un colloquio centrato però soprattutto sul rapporto con il Governo Letta, in relazione al cambiamento di paradigma avvenuto dopo lo strappo di Berlusconi: "Letta deve sapere che il suo esecutivo ora è incentrato sul Pd. Ha cambiato forma, le larghe intese originarie non ci sono più. Il Pd ha 300 deputati e Alfano ne ha 30. Il governo sta in piedi grazie a noi. Alfano dice che può far cadere Letta. Bene, così si va subito al voto. Io non ho paura. Lui sì. Perchè sa che Berlusconi lo asfalta".

E la mossa di Renzi è chiara: "Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili […] Il primo punto che porremo saranno le regole del gioco. Si mandino in pensione i saggi che vanno in ritiro a Francavilla e la proposta di modifica dell'articolo 138 […] Il secondo punto riguarda l'economia, con lo Job Act e senza la patrimoniale, che sarebbe un errore politico […] Il terzo è sull'anima del Paese: spendiamo meglio i fondi comunitari. Investiamo anche su scuola, immigrazione e diritti".

142 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views