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Renzi contro i magistrati: “Hanno 45 giorni di ferie, ridicolo lamentarsi per qualche giorno di lavoro in più”

Il Presidente del Consiglio risponde con una nota alle polemiche degli ultimi giorni: “Trovo ridicolo che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: il premier ci vuol far crepare di lavoro”.
A cura di Redazione
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Nella giornata di ieri, il presidente della Corte di Appello di Bologna Giuliano Lucentini era stato protagonista di un duro attacco nei confronti dell’approccio con il quale il Governo sta affrontando la riforma della giustizia, dicendosi convinto che seppure i giudici “non sono più additati come disturbati mentali”, ad essere cambiato (nel passaggio dal Governo Berlusconi a quelli guidati da esponenti del centrosinistra), “è solo il metodo, che è diventato mediaticamente più sottile, e dunque di maggior suggestività”, mentre “le cose sono sostanzialmente rimaste quelle di prima”. Un affondo, in particolare sul tema della riduzione delle ferie, che aveva urtato il ministro Galletti, al punto da convincerlo ad abbandonare la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Sulla questione è tornato questa mattina proprio Matteo Renzi, con una nota durissima pubblicata sui suoi canali social. Renzi prima di tutto ha attaccato il “costume” di polemizzare con il Governo durante iniziative istituzionali e poi ha ricordato che l’impegno del Governo al fianco della magistratura non è in discussione ma, allo stesso tempo, anche i magistrati sono chiamati a dare il loro contributo al processo di “ricostruzione” del Paese. E sul tema delle ferie, l’affondo è netto: “Trovo ridicolo – e lo dico, senza giri di parole – che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: "Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro”. Noi vogliamo solo sentenze rapide, giuste”.

Ecco il ragionamento di Renzi:

Oggi di nuovo le contestazioni di alcuni magistrati che sfruttano iniziative istituzionali (anno giudiziario) per polemizzare contro il Governo. E mi dispiace molto perché penso che la grande maggioranza dei giudici italiani siano persone per bene, che dedicano la vita a un grande ideale e lo fanno con passione. Ma trovo ridicolo – e lo dico, senza giri di parole – che se hai un mese e mezzo di ferie e ti viene chiesto di rinunciare a qualche giorno, la reazione sia: "Il premier ci vuol far CREPARE di lavoro". Noi vogliamo solo sentenze rapide, giuste. Vogliamo che i colpevoli di tangenti paghino davvero e finalmente con il carcere ma servono le sentenze, non le indiscrezioni sui giornali. Un Paese civile deve avere una sistema veloce, giusto, imparziale. Per arrivare rapidamente a sentenza, bisogna semplificare, accelerare, eliminare inutili passaggi burocratici, andare come stiamo facendo noi sul processo telematico (così nessuno perde più i faldoni del procedimento come accaduto anche la settimana scorsa). Bisogna anche valorizzare i giudici bravi, dicendo basta allo strapotere delle correnti che oggi sono più forti in magistratura che non nei partiti. A chi mi dice: ma sei matto a dire questa cose? Non hai paura delle vendette? Rispondo dicendo che in Italia nessun cittadino onesto deve avere paura dei magistrati. E i nostri giudici devono sapere che il Governo (nel rispetto dell'indipendenza della magistratura) è pronto a dare una mano. Noi ci siamo. L'Italia che è la patria del diritto prima che la patria delle ferie, merita un sistema migliore. La memoria dei magistrati che sono morti uccisi dal terrorismo o dalla mafia ci impone di essere seri e rigorosi. Non vogliamo far "crepare di lavoro" nessuno, ma vogliamo un sistema della giustizia più veloce e più semplice. E, polemiche o non polemiche, passo dopo passo, ci arriveremo.

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