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Regione Sicilia: “appalti truccati, viaggi ed escort con i soldi pubblici”

Viaggi ed escort elargiti ai politici invece di investire i finanziamenti emessi dalla Regione per la Formazione, ma anche fatture inesistenti e appalti pilotati. Sono la sintesi di due diversi filoni d’indagine, che hanno portato a Palermo all’esecuzione di 17 misure cautelari e l’iscrizione di oltre 40 persone nel registro degli indagati, e al sequestro di beni per 28 milioni di euro.
A cura di Biagio Chiariello
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La Guardia di finanza sta passando al setaccio da un paio d'ore Palazzo dei Normanni, sede del Parlamentino siciliano. I militari delle Fiamme gialle sono al lavoro per nuovi controlli dopo aver arrestato, in mattinata, politici ed ex amministratori della Regione Sicilia, in quello che se vogliamo, almeno stando alle accuse, è uno scandalo dai risvolti anche peggiori di quelli che ha travolto la giunta Polverini in Lazio dopo il caso Fiorito. Se in quel caso i fondi pubblici destinati al finanziamento del gruppo PdL alla Pisana venivano intascati da "Er Batman, sempre secondo l'accusa della magistratura capitolina, in questo caso la Procura di Palermo punta il dito contro faccendieri, funzionari e politici eccellenti che avrebbero speso il denaro da destinare ai disoccupati in cene ed escort.

La procura: "I soldi per i disoccupati spesi in escort e viaggi" – A guidare le indagini il nucleo tutela spesa pubblica della Finanza del tenente colonnello Fabio Ranieri, che riferisce di un buco di 40 milioni di euro  arrivato al Ciapi, uno dei maggiori enti di formazione siciliani. "Il tutto – spiegano gli inquirenti -ricorrendo a documentazione mendace utilizzata per rendicontare alla Regione Sicilia ingenti costi fittizi per l’acquisto di beni e servizi oggetto del finanziamento pubblico". Per questo motivo  la gdf ha notificato 17 ordinanze di custodia cautelare – richieste dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e da un pool di altri 5 sostituti – e, come detto, perquisito la sede della Regione Sicilia. Sono inoltre stati notificati avvisi di garanzia per corruzione e finanziamento illecito ai partiti.

Gli arrestati – Tra le persone finite in manette nell'ambito dell'operazione "Mala Gestio" anche il manager Faustino Giacchetto, definito il "re della pubblicità" la moglie Concetta Argento e poi gli ex assessori regionali Gianmaria Sparma e Luigi Gentile. In carcere anche la dipendente del Ciapi Stefania Scaduto, il noto penalista Francesco Riggio, Pietro Messina, l'ex dirigente generale Agenzia per l'Impiego Gaspare Lo Nigro, Domenico Di Carlo, Carmelo Bellissimo, Sandro Compagno, Massimo Sala. E ancora: Luciano Muratore, Antonio Belcuore, Elio Carreca e Bruno De Vita.  Le accuse vanno dall'associazione a delinquere, alla corruzione, alla truffa e false fatturazioni. Ci sono poi 40 indagati tra cui molti politici.
Le Fiamme Gialle hanno effettuato il sequestro di 5 società per un totale, appunto, di 28 milioni di euro.

Inchiesta "Sicilia Grandi Eventi" – Ma la bufera sulla Regione Sicilia riguarda anche un filone di indagine, denominato "Sicilia Grandi Eventi". In questo caso l'occhio degli inquirenti si sofferma sulle procedure di aggiudicazione di gare di appalto bandite dalla Regione Siciliana nel settore degli eventi pubblici. Gli stessi esponenti del Ciapi "attraverso una fitta rete di conoscenze e legami con funzionari pubblici", avrebbero pilotato gare d'appalto della Regione Siciliana, scrivono gli inquirenti. "Dalle indagini è emerso che i fondi europei, che si dovevano impiegare per migliorare le nostre condizioni, sono stati sperperati in modo indecoroso per arricchire privati" ha detto il procuratore di Palermo Francesco Messineo nel corso della conferenza stampa. "È un fatto riprovevole moralmente" ha concluso.

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