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Reggio Calabria, stupro di gruppo su una tredicenne. In manette anche il figlio di un boss

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la vittima, nell’estate del 2013, ha iniziato una relazione sentimentale con uno dei ragazzi del “branco” che, approfittando della sua fragilità, l’ha costretta ad avere rapporti sessuali anche con gli amici che hanno abusato più volte di lei e l’hanno minacciata.
A cura di Susanna Picone
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Otto misure cautelari sono scattate nei confronti di alcuni ragazzi accusati di violenza sessuale di gruppo aggravata nei confronti di una ragazzina, oltre che di lesioni, atti sessuali con minorenne, favoreggiamento. La vittima è una ragazzina che, quando sono iniziati gli abusi, non aveva compiuto ancora quattordici anni. Gli aguzzini avrebbero approfittato della fragile personalità della giovane, che aveva iniziato una relazione con uno di loro, un ragazzo più grande di lei. L'indagine è stata avviata dai Carabinieri dalla compagnia di Melito Porto Salvo nel marzo del 2015.

Per mesi costretta a subire abusi sessuali – Da quanto ricostruito la giovane vittima, nell'estate del 2013, aveva appunto intrecciato una relazione con uno degli arrestati, ma ben presto si è ritrovata ad assecondare indistintamente a tutte le richieste del ragazzo. Sarebbe stata quindi costretta ad avere rapporti sessuali con un numero sempre più ampio di amici del ragazzo di cui si era invaghita. Tra la fine del 2013 e gli inizi del 2015, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe subito più volte abusi dal gruppo di giovani arrestati. Per mesi sarebbe stata costretta ad assecondare i desideri di tutti quei ragazzi, anche contemporaneamente.

L'avevano minacciata di diffondere foto intime – La vittima era completamente sottomessa al gruppo dal quale non aveva alcuna possibilità di fuggire. Gli indagati, infatti, la ricattavano dicendole che avrebbero diffuso alcune foto intime oppure la minacciavano di informare i genitori. Inoltre, contro la ragazza giocava anche il timore di ritorsioni dovuto al fatto che uno dei ragazzi del gruppo fosse Giovanni Iamonte, figlio di Remingo, un presunto boss della ‘ndrangheta di Melito Porto Salvo attualmente detenuto. Il gruppo di arrestati, tra le altre cose, si sarebbe reso protagonista di una vera e propria spedizione punitiva contro un ragazzo con cui la vittima per un periodo aveva avviato un rapporto sentimentale. Al fine di allontanarlo da lei il giovane era stato sottoposto a un violento pestaggio.

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