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Reggio Calabria, in ospedale mancano gessi e stecche: pazienti medicati con pezzi di cartone

La denuncia dell’associazione dei medici Anaao della Calabria che parla di gravi problemi di personale e materiale nella struttura ospedaliera a causa della riduzione delle spese pe ril buco di bilancio. Gli episodi di notte al pronto soccorso quando il reparto di ortopedia chiude per mancanza di personale.
A cura di Antonio Palma
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Pazienti in barelle con braccia o gambe fratturate  o vittime di lussazioni e distorsioni che invece di essere sottoposti a ingessatura o almeno a Stecche per Immobilizzazione degli arti, sono medicati alla meno peggio con pezzi di cartone tenuti insieme da garze. Non accade in qualche villaggio  remoto di qualche Paese in via di sviluppo ma oggi in Italia tutti i giorni all'interno del pronto soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria. A denunciare la vicenda è Gianluigi Scaffidi, medico in pensione da alcuni mesi e oggi rappresentante dell’Anaao (l’associazione dei medici ospedalieri) della Calabria.  "Una situazione che ormai non si vede più nemmeno in Africa e che invece succede nell’unico ospedale di una città italiana di 200mila abitanti. E badate che non si tratta di una situazione occasionale" ha raccontato al Corriere della sera  il sindacalista, denunciando insieme agli x colleghi  mancanza di mezzi e personale nel nosocomio calabrese.

Il tutto accade di notte e cioè quando il reparto ortopedia chiude proprio per mancanza di personale. "Il reparto ortopedia è aperto solo fino alle 20, perché manca il personale che lo faccia funzionare. La sala gessi funziona solo in ortopedia, il pronto soccorso ne è sprovvisto. Così chi arriva con una frattura dopo le 20 deve attendere fino al mattino successivo l’arrivo degli specialisti" ha spiegato infatti  Scaffidi. I problema è che "al pronto soccorso mancano anche i tutori, le stecche rigide e le altre protezioni che facciano da rimedio momentaneo. Così il personale da qualche tempo si deve arrangiare con i pezzi di cartone".

Il tutto sarebbe dovuto all'ormai endemico stato di deficit finanziario della sanità pubblica calabrese, alle prese con uno spaventoso buco di bilancio, e alla conseguente riduzione delle spese. Un medico di Ortopedia del'ospedale reggino ha confermato infatti al Corriere della Calabria che "il Pronto soccorso non procede con l’approvvigionamento del materiale perché la farmacia dell’ospedale impone precisi limiti di spesa, in ossequio alle direttive del direttore generale e alla necessità di raggiungere il pareggio di bilancio". "Sarei anch’io preoccupato da questa esigenza ma ci sono limiti che non possono essere oltrepassati, livelli al di sotto dei quali non si può scendere" ha commentato il rappresentante dell’Anaao. Dal suo canto il primario del Pronto Soccorso, confermando i problemi di approvvigionamento, avrebbe garantito che l’utilizzo del cartone sarebbe previsto per le immobilizzazioni temporanee.

La replica del primario

"Il paziente è arrivato in pronto soccorso già con la stabilizzazione di cartone e noi non l'abbiamo tolta solo per evitare di perdere tempo e per fare subito una radiografia allo scopo di prevenire eventuali complicazioni". Lo ha detto all'Ansa il primario del Pronto Soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria Angelo Ianni a conclusione della direzione aziendale riunitasi dopo il caso delle fratture che sarebbero state curate con stecche di cartone.

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