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Regeni, parla una collega: “Il capo degli ambulanti lo ha venduto per 10mila sterline”

Hoda Kamel punta il dito contro Mohamed Abdallah: “Nacquero dissapori tra lui e Regeni per un finanziamento”. E poi accusa il governo egiziano: “Gli apparati di sicurezza dello Stato sono i responsabili della morte di Giulio, ma non si riuscirà mai a dargli un nome”
A cura di Giorgio Scura
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Lei si chiama Hoda Kamel, lavora all'Egyptian Center for Economic and social rights, e può essere molto utile a capire perché Giulio Regeni sia diventato un obiettivo per la polizia e il servizio segreto civile egiziano. La Kamel ha aiutato il ricercatore italiano nelle sue indagini sui sindacati e in un'intervista a Repubblica racconta: "Sono stata interrogata nei giorni scorsi dagli uomini dell'Agenzia Nazionale per la sicurezza, ma ho avuto la netta impressione che non volessero davvero sapere la verità su Giulio. Mi hanno fatto domande di routine, furono molto cortesi e gentili, erano solo attenti a che non sembrasse che fossero loro i responsabili della morte di Regeni".

La ricercatrice poi racconta di dissapori nati tra Mohamed Abdallah, capo del sindacato degli ambulanti ma con un passato di giornalista di gossip, e Regeni su un finanziamento di 10mila sterline per un progetto di ricerca:

"Abdallah pensava che Giulio avesse deciso di rinunciare alla ricerca e quindi al finanziamento perché Giulio aveva a un certo punto smesso di parlarne con lui. In realtà, Giulio non aveva alcuna intenzione di lasciar cadere il progetto e rinunciare al suo finanziamento. Semplicemente, sapeva che la legge egiziana vieta donazioni dirette ai sindacati e dunque stava pensando a un modo alternativo per fare andare in porto il progetto. Aiutare gli ambulanti era un obiettivo di Giulio".

Insomma è nell'ambiente del sindacato degli ambulanti che sarebbero maturate le condizioni che hanno portato prima al rapimento, poi agli interrogatori, alle torture e infine alla morte di Regeni:

"Gli ambulanti furono utilizzati dal Regime durante la rivoluzione di piazza Tahrir per attaccare i manifestanti e sicuramente il capo del sindacato degli ambulanti potrebbe essere un "agente" della Polizia". Penso che i responsabili di questa vicenda siano negli apparati di sicurezza dello Stato e che se anche questo venisse alla fine ammesso, in ogni caso non si riuscirà a dargli un nome. Primo perché potrebbe trattarsi di qualche grosso papavero. Secondo, perché questo equivarrebbe ad ammettere che l'Egitto ha un governo criminale e questo non sarebbe tollerabile da Al Sisi, che vuole dare l'impressione di essere nel pieno controllo del sistema".

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