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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, Conte: “Per i furbi che lavorano in nero c’è il carcere fino a 6 anni”

Il presidente del Consiglio Conte, a proposito del reddito di cittadinanza, ha assicurato: “In fase attuativa saremo molto vigili contro i furbi che pensano di poter abusare di questa misura. Abbiamo previsto il carcere fino a 6 anni per chi fornisce dati falsi o continua a lavorare in nero. Mi sembra una pena sufficiente a scoraggiare qualsiasi furbetto”
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervistato da ‘La Stampa', ha parlato del reddito di cittadinanza, che dovrebbe diventare legge dello Stato oggi, grazie al decreto varato dal Consiglio dei ministri: "Questa riforma contiene contromisure adeguate. E in fase attuativa saremo molto vigili contro i furbi che pensano di poter abusare di questa misura. Abbiamo previsto il carcere fino a 6 anni – ha spiegato – per chi fornisce dati falsi o continua a lavorare in nero. Mi sembra una pena sufficiente a scoraggiare qualsiasi furbetto". Il rischio è appunto che lavoratori precari e autonomi possano continuare a lavorare in nero prendendo contemporaneamente il sussidio. Per il premier i contrasti tra Lega e M5S sugli invalidi sarebbero superati; il vicepremier Salvini in un primo momento aveva minacciato di non votare il provvedimento, in assenza di risorse aggiuntive per i disabili: "Abbiamo trovato un punto di convergenza su una soluzione condivisa", ha assicurato."Chi ha un familiare disabile a carico non sarà costretto ad accettare un lavoro che ricada in un raggio sopra i 250 km dalla propria abitazione per non perdere il sussidio e, in caso si decidesse comunque di non rinunciare alla proposta lavorativa, si avrà diritto a un incentivo di un anno: 12 mesi di reddito di cittadinanza garantito. Poi stiamo parlando di un decreto legge, vedremo se nel corso del dibattito parlamentare ci sarà la necessità di ulteriori affinamenti". 

Sull'ipotesi di eventuali manovre correttive Conte per uscire dalla ‘stagnazione' di cui ha parlato il ministro dell'Economia Tria, Conte ha detto: "La congiuntura economica internazionale non è favorevole e valuteremo l'impatto che avrà. Ma è prematuro parlare di manovre correttive. Ora dobbiamo spingere sugli investimenti che avranno un effetto positivo sulla crescita. Faremo ripartire questo Paese". Mentre a proposito della Tav, Conte ha spiegato non c'è ancora e aggiunge: "Un compromesso, un progetto alternativo, in questo momento non è sul tavolo. Stiamo completando l'analisi costi-benefici sul progetto esistente. Se nel frattempo dovesse emergere un'alternativa progettuale, purché concreta e spendibile, potrà essere oggetto di una ulteriore e distinta valutazione".

Il premier ha difeso quindi il provvedimento sul referendum propositivo: "Delle sane ‘iniezioni' di democrazia diretta possono rafforzare la democrazia rappresentativa, non delegittimarla. Il referendum propositivo è la garanzia che ai cittadini sarà dato maggiore spazio per far sentire la propria voce. I parlamentari saranno stimolati a raccogliere le istanze e a mantenere un più stretto raccordo con la società civile". Ha parlato anche della sua recente missione all'estero, fa sapere: "Con i presidenti di Ciad e Niger abbiamo condiviso una strategia di contrasto alle minacce terroristiche. È in Africa, poi, che va trovata la soluzione al tema dell'immigrazione". Infine, a proposito dell'arresto di Cesare Battisti, e alle polemiche nate attorno al video pubblicato su Facebook dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ha aggiunto: "Al signor Battisti è stato riconosciuto il trattamento e sono state riservate tutte le garanzie che spettano a un ogni condannato con sentenza passata in giudicato, come è giusto che sia. Quanto al dibattito in corso, capisco anche le differenti sensibilità, ma come uomo di governo e come giurista mi sento più incline a riconoscere le ragioni e lo stato d'animo di tutte quelle persone che hanno avuto un familiare ucciso, ridotto sulla sedia a rotelle o gambizzato, e che in tutti questi anni al dolore dell'evento hanno dovuto affiancare la frustrazione di vedere il colpevole vivere, impunito, in una ostentata latitanza".

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