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Raid in Libia: droni Usa già pronti, partiranno dall’Italia tra 7 giorni

I velivoli avrebbero già affettato diversi voli di ricognizione disarmati e si preparano ad entrare in azione con i missili già dalla prossima settimana.
A cura di Antonio Palma
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Non solo l'Italia ha dato il via libera al decollo dei droni Usa dalla base di Sigonella per i raid aerei in Libia, ma le operazioni di preparazione nella base aerea siciliana sarebbero in corso già da alcune settimane con voli di ricognizione sul Paese africano. È quanto rivela Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera sottolineando che l’accordo con gli Stati Uniti era già pienamente operativo prima dell'annuncio ufficiale da parte delle nostre autorità governative. I droni statunitensi infatti sarebbero già entrati in azione più volte anche se fino a questo momento disarmati e le incursioni potrebbero cominciare già dalla prossima settimana. L'accordo sarebbe andato in porto il 10 febbraio scorso durante il vertice dei responsabili della Difesa Nato, ma le trattative risalgono addirittura al maggio scorso.

Secondo il piano saranno undici i velivoli che potranno essere impiegati nei raid in Libia con partenza dall'Italia, tutti armati con missili hellfire e guidati da una stessa centrale di controllo a terra. In particolare gli Stati Uniti avrebbero dispiegato già sei Global Hawk e cinque Predator B. L'accordo, come confermato dal governo italiano, non vede una partecipazione diretta dei nostri militari o mezzi sul campo e stabilisce che si potrà agire soltanto "in caso di pericolo", vale a dire per difendere civili e militari che sono sul campo.

L'Italia infatti ha imposto l’utilizzo di Sigonella solo per missioni di difesa. In pratica, come ha riferito martedì Renzi, il patto è che ogni raid venga autorizzato volta per volta dall'Italia in base a motivazioni specifiche che contemplano solo un rischio concreto per chi si trova sul territorio libico. Non si tratterà però solo di autorizzazioni in ambito militare ma anche politico visto che il via libera dovrà arrivare direttamente dal Ministero della Difesa. Il Comando militare italiano quindi dovrà valutare se la richiesta sia conforme all'intesa, ma sarà il Ministero in ultima istanza a decidere. Unica condizione imposta da Washington è che ad ogni richiesta sia data la massima priorità per poter intervenire tempestivamente.

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